Diciannove anni, una pagina Facebook con oltre 14mila mi piace e concerti a Torino e Milano. È il nuovo volto della musica neomelodica palermitana e il simbolo del riscatto di un intero quartiere. Un rammarico? «Non aver studiato di più»
Roberta, la star dello Zen che sogna la Pausini «Ai miei coetanei dico di non mollare mai»
«Il mio idolo? Laura Pausini. Sì, lo so che fa un altro genere ma è lei». Roberta Maranzano, in arte Roberta Bella, ha le idee chiare su chi sia la propria musa, l’ideale da raggiungere «magari un giorno, con un po’ di fortuna». E questo nonostante lei, in realtà, rappresenti il volto nuovo della musica neomelodica palermitana, stile musicale che storicamente tende a rimanere campo d’azione di quella che gli antropologi definiscono subcultura popolare. E che, invece, tra le vie del popoloso quartiere Zen, dove è cresciuta, è semplicemente la vita di quartiere.
Diciannove anni e una pagina Facebook con oltre 14mila mi piace, Roberta da qualche giorno è al centro dell’attenzione dei giornali, che lei ha ringraziato dai social: «Ringrazio la stampa per l’interesse dimostrato nei miei confronti» ha scritto ieri sera. Proprio come una star.
L’improvvisa popolarità per la 19enne – che tra gli amanti del neomelodico è gia ampiamente conosciuta al punto da fare concerti anche a Torino e Milano – è legata alla recente esibizione nell’istituto comprensivo Giovanni Falcone, la scuola frequentata da Roberta. «Sono tornata con piacere – racconta a MeridioNews la giovane cantante -. Lì ho fatto le elementari e le medie, e già allora amavo cantare. Incontrare i ragazzini che la frequentano è stata un’esperienza bellissima». La presenza di Roberta è stata voluta dalla dirigente scolastica, Daniela Lo Verde, per far capire agli alunni che, anche vivendo in un quartiere difficile come lo Zen, è possibile trovare la propria strada: «Ai ragazzi – continua Roberta – ho detto innanzitutto di studiare. Io mi sono fermata alla scuola media e mi dispiace. Ma c’è tempo per rimediare, anche se oramai la musica mi porta via parecchio tempo».
Una carriera iniziata, come tanti altri colleghi, in tenera età, ma che poi si era improvvisamente fermata: «Fino ai 12 anni partecipavo alle feste di piazza, mi esibivo e cantavo nei concerti di quartiere – ricorda Roberta -. Poi non ho voluto continuare, non so perché, forse perché da bambini si cambia idea facilmente, mi sentivo bloccata». Fino al giorno in cui, quasi sedicenne, decise di riprendere il microfono: «Era un periodo difficile, poco prima era morto un mio cugino e forse è stato anche per lui che ho deciso di tornare a cantare».
Da allora è stato un continuo crescendo, con un manager – Rosario Scalia – tre album alle spalle e un quarto in lavorazione. Una passione che pian piano si sta trasformando in lavoro, e la sensazione di poter diventare esempio positivo per i suoi giovani fan. «Sì, credo che la mia storia possa servire a chi magari pensa che, venendo da un luogo difficile, non si possa avere l’opportunità di inseguire i propri sogni e le proprie passioni» commenta la diciannovenne.
E questo anche se il mondo in cui ci si muove è spesso accostato ad ambienti in cui il confine tra legalità e illegalità è sottile, dove le scelte non sono rappresentate da bivi metaforici ma realtà ben più concrete come le vie da percorrere, gli incroci da attraversare, le persone da frequentare. In tal senso, la musica neomelodica è stata più volte avvicinata alla criminalità organizzata, da cui trarrebbe ispirazione per i testi. Una realtà che ha trovato posto anche nel film di Franco Maresco, Belluscone – Una storia siciliana. «Non conosco il film, ma io posso dire che per quel che mi riguarda non ho mai avuto la sensazione di essere a contatto con questi ambienti – sottolinea Roberta -. Se mi capita di salutare gli ospiti dello Stato (i carcerati, nel gergo popolare, ndr)? Magari a seguire i miei concerti ci sono persone che hanno un parente o un amico detenuto, e un saluto o un pensiero di affetto non si nega a nessuno».
A dispetto di quel che potrebbero credere certi benpensanti, che non si accorgono che anche in quartieri difficili «ci sono tantissime persone fantastiche». Parola di Roberta Bella, la Laura Pausini dello Zen.