Rifiuti, ora è ufficiale: la discarica di Sicula si è saturata Se Regione non trova alternativa sarà nuova emergenza

Dopo quarant’anni, da oggi nella discarica di Sicula Trasporti non sarà depositato neanche un chilo di spazzatura. Cinque mesi dopo le prime avvisaglie sulla riduzione degli abbancamenti l’ufficialità della saturazione del sito di Grotte San Giorgio è arrivata con una nota che la società, da oltre un anno sotto amministrazione giudiziaria in seguito all’inchiesta Mazzetta Sicula, ha inviato ai Comuni dell’isola. «A seguito della videoconferenza tenutasi in data odierna (mercoledì, ndr), la scrivente, considerato il mancato aumento della disponibilità da parte delle discariche presenti sul territorio siciliano alla ricezione dei rifiuti decadenti dalla lavorazione del rifiuto indifferenziato conferito dai Comuni per i quali il competente dipartimento ha individuato la Sicula come impianto di destinazione, si vede costretta a ridurre i quantitativi giornalieri in ingresso», si legge nella nota.

A varcare i cancelli di contrada Codavolpe, dove si trova l’impianto di trattamento meccanico-biologico, sanno non più di 600 tonnellate al giorno. Cioè la quantità di rifiuto che, dopo essere passata dal Tmb, sarà spedita nelle tre discariche dell’isola che hanno risposto all’appello della Regione per andare incontro alle esigenze dell’isola: Catanzaro Costruzioni, Oikos e Gela. Le prime due private, la terza pubblica e al centro nei mesi scorsi di una polemica per l’autorizzazione ad aumentare i conferimenti giornalieri. Ognuna delle discariche, già da inizio estate, ha fissato in duecento tonnellate giornaliere il limite massimo. Una soglia non trattabile che negli ultimi mesi aveva portato Sicula Trasporti ad accettare in ingresso circa 1400 tonnellate, spedendo i cosiddetti sovvalli negli altri siti e abbancando la rimanenza – dopo il trattamento quantificata in altrettante 600 tonnellate – di sottovaglio biostabilizzate nella discarica di proprietà. Adesso quello spazio non c’è più e la conseguenza è stata quella di annunciare il dimezzamento del conferimento. 

Al momento non è chiaro quanto questo epilogo fosse previsto dalla Regione. Ciò che è certo è che, nei mesi scorsi, dal dipartimento regionale Rifiuti erano arrivate rassicurazioni circa la possibilità di riuscire ad avere un anno di tempo di autonomia per trovare un’alternativa valida, in attesa di quel potenziamento dell’impiantistica pubblica che resta il principale tallone d’Achille del sistema. Alternativa che, inevitabilmente, passerebbe dalla spedizione all’estero dei rifiuti. Finora però il governo Musumeci – e a cascata anche gli enti che sul territorio sono deputati a pianificare la gestione, ovvero le Srr – hanno cercato di escludere questa possibilità, reputata eccessivamente onerosa per le casse dei Comuni, a cui spetta il finanziamento, tramite la Tari pagata dai cittadini, del servizio di raccolta e conferimento della spazzatura. A dire il vero, ad aprile, tanto la Regione quanto le Srr si sono mosse per cercare di sondare il terreno indicendo una manifestazione d’interesse, ma a cui, una volta raccolte le disponibilità, non è seguito alcun altro passaggio. A partire dalle gare a evidenza pubblica che dovrebbero precedere l’affidamento del servizio

Dai prossimi giorni, invece, si saprà quanto questa ulteriore stretta inciderà sulla pulizia delle città. Stando a quanto annunciato da Sicula Trasporti, infatti, superate le 600 tonnellate, gli autocompattatori saranno costretti a tornare indietro. Sulla carta sui tavoli della Regione ci sarebbe ancora una richiesta di autorizzazione a un maxi-ampliamento della discarica per un volume di quattro milioni di metri cubi. Il condizionale però è d’obbligo: la valutazione degli impatti ambientali ha messo in luce una lunga serie di criticità nel progetto. Teoricamente tutto potrebbe rientrare nel momento in cui Sicula Trasporti correggesse il tiro venendo incontro alle richieste della Regione, ma – stando alle voci che circolano – tale scenario non è di là da venire. 

Simone Olivelli

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