L'assessore Figuccia non accetta l'ultimatum di 15 giorni imposto da Roma - «neanche a una cameriera si dà», dice - e, sostenuto dal dirigente Cocina, espone la strategia che intende seguire l'esecutivo Musumeci: «Faremo i bandi per portare i rifiuti all'estero. Per il resto basterebbero 12 impianti di biogas in tutta la Sicilia»
Rifiuti, governo respinge diktat ministero e rilancia «Puntiamo su impianti biogas e sulla differenziata»
<>Il messaggio politico è forte: «Credo che nessuno possa permettersi diktat al nostro governo. Stiamo avviando un ragionamento, sulla base del quale pianificheremo gli interventi concordati con il ministero. Ci siamo presi i tempi che ci servono perché neanche a una cameriera si danno ultimatum di 15 giorni». Così l’assessore all’Energia con delega ai Rifiuti della Regione siciliana Vincenzo Figuccia ha risposto alle misure imposte dal ministero dell’Ambiente che prescrive tempi brevissimi, 15 giorni appunto, già per metà trascorsi, per organizzare il trasporto dei rifiuti fuori dalla Sicilia, visto che molte delle discariche in funzione, attive grazie ad un’ordinanza in scadenza il 28 febbraio, sono destinate ad esaurirsi.
La soluzione immediata al problema non potrà che seguire però le indicazioni ministeriali: più di un bando sta per essere definito dal dirigente generale Gaetano Valastro, per portare i rifiuti al Nord oppure all’estero. «Siamo costretti ad inviare i rifiuti all’estero», ha detto Domenico Michelon, esperto in materia e consulente dell’assessorato all’Energia, intervenendo stamattina ad una conferenza stampa dove l’assessore Figuccia e alcuni tecnici del dipartimento, tra cui Salvatore Cocina, dirigente dell’ufficio speciale per la raccolta differenziata e secondo indiscrezioni pronto a occupare la poltrona di dirigente generale ai Rifiuti sostituendo proprio Valastro, hanno presentato un progetto per sensibilizzare le scuole proprio all’uso di questo strumento.
«Il dipartimento regionale sta preparando i bandi, il problema è che le regioni italiane del Nord non sono disposte ad accoglierli. Cercheremo all’estero chi può riceverli, ma poi occorrerà un intervento sovranazionale per imporre di accettarli. L’ipotesi di inviarle all’estero è concreta – dice ancora MIchelon – ma i costi restano proibitivi». Fare migrare all’estero tonnellate di rifiuti a costi altissimi (come già emerso un anno fa quando anche il governo Crocetta provò a seguire la stessa strada) sembra dunque la soluzione nell’immediato, di fronte alla quale la Regione non ha un piano B alternativo. «Una serie di riunioni e un’agenda fittissima del presidente della Regione e dell’Assessore Figuccia è in programma per tutta questa settimana», ha detto invece Cocina ai giornalisti, lasciando intravedere una trattativa che punti sul riuscire a pianificare quanto prima l’intero piano dei rifiuti con le più valide soluzioni a lungo periodo.
Se sul dramma dei rifiuti in Sicilia non c’è dunque una soluzione vantaggiosa a breve termine e si gestisce l’emergenza, la notizia è che il governo Musumeci avrebbe cambiato rotta, rispetto al precedente che valutava ancora l’ipotesi dei termovalorizzatori come fase finale del ciclo di raccolta. I tecnici dell’Assessorato all’Energia, oggi hanno chiarito che la soluzione sta nel riciclo dei materiali e nella produzione di biogas dall’organico, sul modello della Svizzera. Esistono già i progetti degli impianti per la produzione di biogas, ma sono fermi negli assessorati Ambiente ed Energia. Cosa ci vuole per farli muovere? L’incremento della raccolta differenziata. Tutto parte da li. «La Regione punta a realizzare impianti di biogas, che in Sicilia non esistono, ad eccezione di un esemplare nell’Agrigentino», ha detto Cocina. Secondo cui basterebbero 12 impianti in tutta la Sicilia, di una taglia di 50mila tonnellate ciascuno. «Il problema – continua – non sarebbe dove dislocarli, l’ideale vicino ai bacini di raccolta, il problema sono le resistenze, dalla burocrazia alla mentalità, ai risultati ancora scarsi sulla raccolta differenziata.
L’orientamento è quello, comunque e lo conferma anche l’assessore Figuccia: «L’ipotesi del termovalorizzatore nella Valle del Mela non mi sembra che fino ad ora abbia prodotto grandi risultati – ha detto Figuccia -. Ci sono impianti di compostaggio che dovrebbero partire a breve e che sono fermi da troppo tempo. A quelli bisognerà far riferimento come ultima catena della raccolta differenziata». Poi ha aggiunto: «La Regione intende puntare sulla realizzazione di impianti di biogas. È questo che intendo quando parlo di nuove tecnologie».
Su un Piano dei rifiuti nel lungo periodo, dunque, la strada sembra essere segnata. «I termovalorizzatori? Producono calore – afferma ancora Cocina, supportando l’assessore – in Sicilia che ce ne facciamo? Non sono la soluzione idonea. Bisogna leggere la direttiva europea per ricavare biogas; questi impianti molto usati in Svizzera, trattano il 40 per cento dell’organico per ottenere gas pulito che si immette nel ciclo produttivo alimentando le macchine senza usare gli idrocarburi. Il progetto c’è, il problema è implementarlo nella realtà siciliana».
Inoltre, «all’Ars sono rimaste arenate diverse proposte di legge – ha lamentato il dirigente – che introducevano l’ecotassa sulla raccolta differenziata. Sarebbe opportuno che i comuni che fanno la differenziata siano premiati, quelli che non la sanno gestire subiscano invece penalità. Solo cosi’ si potrà iniziare a vedere la luce sulla chiusura del ciclo dei rifiuti, partire dalla differenziata per arrivare agli impianti di produzione di biogas».
Nei prossimi giorni l’assessore incontrerà Legambiente e nel pomeriggio è fissato un incontro con il vice sindaco di Palermo Sergio Marino. «Al di là delle responsabilità degli Ato, delle Srr, dei comuni, oggi venendo da Carini ho incontrato quattro materassi, due lavastovoglie e un frigorifero – ha detto Figuccia – credo che questo sia il quadro di cui bisogna tenere conto e le responsabilità sono ascritte anche a processi culturali. Dobbiamo affrontare in maniera adeguata l’emergenza ma soprattutto dobbiamo pianificare, perché da qui all’anno prossimo riusciamo a vedere la luce. Non sono Superman».