Archiviati i festeggiamenti per la vittoria di lunedì, il nuovo presidente è al lavoro per stilare la giunta che dovrà guidare la Sicilia. Dietro le quinte le voci sono molte, tra cui quelle che portano a Totò Cordaro, Alessandro Aricò, Francesca Catalano e Raffaele Stancanelli. Blindati Lagalla e Armao. E poi c'è Vittorio Sgarbi
Regione, partito il toto-nomi per il governo Musumeci Dagli ex assessori di Lombardo all’ipotesi fedelissimi
Il presidente di centrodestra Nello Musumeci arriva a Palazzo D’Orleans e già dietro le quinte si fanno i nomi della sua squadra di governo. Certo, la scelta dei componenti della giunta che governerà nella 17esima legislatura sarà frutto di un equilibrio tra le forze politiche che hanno concorso a determinare la sua vittoria (Forza Italia, Noi Con Salvini-Fratellli d’Italia, Diventerà Bellissima, Udc, Popolari e Autonomisti), ma al momento sembra che la partita degli assessori si giochi tutta tra Palermo e Catania.
A partire dal parlamentare palermitano Totò Cordaro, avvocato, eletto con i Popolari e Autonomisti di Saverio Romano e Raffaele Lombardo: in campagna elettorale Musumeci ha detto di sperare «di averlo nella giunta regionale» definendolo «un collaboratore valido, sincero e motivato». La presenza di Cordaro, tuttavia, potrebbe risultare incompatibile con un altro rappresentate della stessa lista: Roberto Lagalla. Tra i deputati eletti e tecnico di formazione, l’ex rettore dell’ateneo di Palermo potrebbe essere più quotato perché annunciato dallo stesso Musumeci, che ha voluto ufficializzare parte della sua squadra nel corso della campagna elettorale. Con lui anche l’avvocato amministrativista e leader degli autonomisti Gaetano Armao che ha rinunciato alla candidatura alla presidenza e perfino a un posto nel listino. Ad Armao spetta quasi certamente l’onere dell’assessorato all’Economia, lasciato dal tecnico romano Alessandro Baccei, oltre alla vicepresidenza, garantita da Forza Italia, mentre Silvio Berlusconi, dal palco del teatro Politeama, aveva designato Vittorio Sgarbi come assessore ai Beni culturali.
Ai tre assessori – di cui due (Lagalla e Armao) sarebbero già blindati – potrebbero però affiancarsi alcuni politici vicinissimi a Musumeci: sono i catanesi Ruggero Razza, avvocato penalista e fedelissimo del presidente, già assessore nella sua giunta da presidente della Provincia di Catania e l’ex sindaco del capoluogo etneo Raffaele Stancanelli che con il neo-presidente ha anche condiviso un percorso politico a destra. Sempre a Catania in pole position la moglie del rettore dell’ateneo Francesca Catalano, senologa, a cui Musumeci ha chiesto diverse dritte per redigere il programma di governo sulla Sanità.
Su Palermo, invece, boatos fanno riferimento ad Alessandro Aricò, componente della cabina di regia di Diventerà bellissima ed ex deputato di Alleanza nazionale, con un’esperienza da assessore al Territorio e Ambiente nel governo Lombardo. Certo è che la maggioranza debole di Musumeci – un deputato appena – non lascia intravedere un confronto sereno sulla formazione del governo, confronto in cui la prossima settimana verranno messi in gioco anche gli equilibri all’Ars.