È stato approvato ieri a maggioranza in commissione Finanze il bilancio di previsione regionale. Un iter non ancora chiuso, in attesa di probabili correttivi dopo la discussione della Finanziaria che comincia oggi. Non sono ancora certi i tempi per il voto dell'aula, ma intanto non si fermano le polemiche sull'uso dei fondi e gli eventuali tagli
Regione, nel bilancio 2015 più fondi per consulenze esterne Ciaccio (M5s): «E invece i Comuni devono attendere Roma»
Procede la strada del travagliato bilancio di previsione 2015 della Regione Siciliana. Dopo l’approvazione a maggioranza di ieri sera da parte della commissione Finanze dell’assemblea regionale, oggi tocca alla Finanziaria. Con una nuova seduta che si prevede lunga e infuocata. Una volta chiuso il dibattito, si tornerà al bilancio per i correttivi del caso e la ricerca di coperture finanziarie. Solo dopo il testo andrà al voto dell’aula, con tempi ancora non certi. Venerdì 24 dovrebbe scadere il termine per incardinare il testo. Secondo voci di corridoio, il 27 sarebbe invece la scadenza ultima fissata per presentare gli emendamenti. Per quanto riguarda il voto, infine, non è ancora chiaro quale interpretazione di legge verrà seguita: se quella che fissa il termine ultimo a fine mese o quella secondo cui basterà aprire la sessione entro aprile per poi rinviare la sua chiusura a data da destinarsi. In ogni caso, il problema principale resta sempre lo stesso: dove prendere i soldi che al momento non ci sono.
«Noi abbiamo già presentato in commissione 159 emendamenti – spiega Giorgio Ciaccio, del Movimento 5 stelle, segretario della commissione Finanze – Abbiamo stimato un risparmio di 80 milioni di euro, con tagli che partano dalla testa». Cioè dai deputati, con la riduzione dello stipendio promessa dai pentastellati in campagna elettorale e già attuata per i loro parlamentari regionali. «Qui dicono che i 2500 euro al mese che prendiamo noi sono pochi – continua Ciaccio – Allora proponiamo di stabilire uno stipendio da seimila euro lordi che, rispetto agli undicimila attuali, farebbero risparmiare 5,5 milioni all’anno. Certo, questo non risolverebbe tutti i problemi, ma inizieremmo a guadagnare credibilità nei confronti dei cittadini». Gli stessi cittadini dei Comuni siciliani che restano invece in attesa di capire quali fondi avranno a disposizione dalla Regione. Almeno stando al testo approvato ieri.
Nel bilancio di previsione 2015 venuto fuori dalla commissione, infatti, è previsto un accantonamento negativo per 450 milioni di euro. Cioè fondi iscritti in entrata e destinati a Comuni, precari e forestali, ma non ancora nelle casse regionali. In attesa della firma dell‘accordo con lo Stato per 300 milioni di trasferimenti di quote Irpef e di quello con la Cassa depositi e prestiti per 150 milioni di moratoria per rate di vecchi mutui. «Così tecnicamente il bilancio è in pari, ma è un falso – commenta Ciaccio – Si tratta di entrate non certe, per coprire una spesa equivalente di quelli che sono i front office della nostra terra. Ma se poi da Roma dovessero arrivare meno soldi, come si fa a tagliare proprio sui Comuni che sono già in pre-dissesto?». Come anticipato dall’assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei, infatti, la liquidità durerà solo fino a giugno. Dopo di che, se gli accordi non saranno firmati o arriveranno importi minori a quelli previsti – e per questo al momento congelati – partiranno i tagli negli stessi settori.
«Ma com’è che si vincolano i Comuni ad attendere i soldi da Roma e invece ai consulenti li si dà subito?», chiede Ciaccio. Il riferimento del deputato M5s è a un capitolo del bilancio votato ieri, che prevede un aumento di centomila euro – da sommare ai 143mila già previsti – per consulenze esterne. «Le marchette, come le chiamo io – continua il pentastellato – In Regione abbiamo 1800 dirigenti di terza fascia, sono tutti incapaci? Se è così, allora dovrebbero scattare sanzioni e, a mali estremi, licenziamenti. Che sono previsti dalla legge». Secondo Ciaccio, piuttosto, sarebbe utile prevedere questo e altri importi – anche piccoli, rosicchiati risparmiando – per quelli che il deputato definisce «moltiplicatori». «Come il turismo o lo sport – conclude – che generano valore».