L'uomo scelto da Musumeci per occuparsi di rifiuti ed energia ha deciso di fare un passo indietro, in aperta polemica con le parole del presidente dell'Ars in merito all'intenzione di togliere il tetto agli stipendi dei dirigenti. «La mia maggioranza è la gente che ha creduto in un’azione di cambiamento e di discontinuità»
Regione, Figuccia si dimette da assessore «Frasi Miccichè ledono dignità dei siciliani»
«Oggi più che mai sento di essere un uomo libero e da tale condizione continuo a portare avanti le mie idee, rimanendo fedele al mandato degli elettori che mi hanno votato per tutelare la posizione dei cittadini, di chi soffre, di chi vive una condizione di difficoltà economica e di chi è lontano dai palazzi dorati. La mia maggioranza è la gente che ha creduto in un’azione di cambiamento e di discontinuità». Lo dice l’assessore all’Energia Vincenzo Figuccia, al culmine di una disputa con la sua stessa maggioranza che lo ha portato alla fine a rassegnare le dimissioni. Figuccia aveva duramente contestato le dichiarazioni del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè che aveva affermato all’indomani della sua elezione alla guida dell’Assemblea di voler eliminare i tetti degli stipendi dei burocrati.
Oggi Figuccia è stato contestato dai capigruppo della maggioranza che non hanno apprezzato le sue dichiarazioni. «Ci sono tante aspettative verso questo governo, che sono certo non verranno disattese – ha specificato – ma non posso non tenere conto degli accadimenti politici, consumatisi nelle ultime ventiquattro ore, che ledono la dignità dei cittadini siciliani, consegnano un’immagine inopportuna e distorta e che rendono impossibile la prosecuzione del mandato di assessore all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, conferitomi dal presidente Musumeci».
Figuccia ha poi proseguito: «Si tratta di una decisione maturata dopo profonda e attenta riflessione, ponderata su aspetti di carattere politico e supportata da valutazioni di natura tecnica e personale. Ho deciso di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni, rimanendo – conclude l’ormai ex assessore – garante e anello di congiunzione fra i cittadini e i luoghi deputati a legiferare per il cambiamento».