Regione: che faranno PD e Udc dopo il blitz di Crocetta e Lumia sui manager della sanità?

I PARTITI POTREBBERO FAR FINTA DI NIENTE E CHIEDERE DI PROCEDERE CON IL RIMPASTO DELLA GIUNTA. MA DIFFICILMENTE IL GOVERNATORE E IL SENATORE CEDERANNO POLTRONE. ANDRANNO AVANTI TENENDOSI TUTTO IL POTERE. IL RISULTATO E’ CHE SALA D’ERCOLE SARA’ SEMPRE PIU’ INGOVERNABILE

Che succederà, adesso, dopo il blitz del presidente della Regione,  Rosario Crocetta, e del senatore Giuseppe Lumia sui manager della sanità?

Le reazioni potrebbero essere due.

Prima possibile reazione: guerra totale dei Partiti al Governo (i più determinati potrebbero essere PD e Udc, ma sembra che anche, Lino Leanza, leader di Articolo 4, non sia rimasto molto ‘contento’ dell”improvvisa ‘accelerazione’ di Crocetta e Lumia sui direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere dell’Isola).

Se dovesse passare questa linea – ovvero lo scontro tra il Governo e i Partiti – aspettiamoci, in tempi brevi, rivelazioni giudiziarie sull’attuale governatore. Al di là sull’immagine che il presidente della Regione ha dato e continua a dare di sé, a Gela – città della quale Crocetta è stato Sindaco – ci sono ambientalisti che hanno spesso polemizzato e denunciato atti e fatti. (sopra, foto tratta da siciliainformazioni.com)

Storie che, solo in parte, sono venute fuori, per lo più sui blog. Tenute ‘basse’ da un sistema che in Italia tutela certi personaggi pubblici. Ma la rottura di ieri, se portata alle estreme conseguenze, potrebbe dare vita alla ‘valorizzazione’ mediatica di quello che già si sa e, soprattutto, di storie ancora oggi sepolte.

Seconda possibile reazione: i leader Partiti politici – in testa PD e Udc – potrebbero fare buon viso a cattivo gioco. Potrebbero far sapere che, in fondo, è giusto che i manager della sanità siano scelti al di fuori della politica, che non siano espressione dei Partiti e bla bla bla. Tutte fesserie, perché tutti sanno che i nuovi direttori generali della sanità pubblica siciliana rispondono a Crocetta e a Lumia. E sono, come tutti i precedessori, politicizzati.

Ma i dirigenti dei Partiti dovrebbero far finta di nulla e chiudere la partita del rimpasto della Giunta.

A noi la seconda ipotesi sembra improbabile. Perché se si prova a ricostruire le parole pronunciate da Crocetta negli ultimi sette-otto giorni, ci si accorge che il rimpasto della Giunta, nella testa del presidente e del senatore Lumia, è sempre stato un baratto: noi (in riferimento a Crocetta e Lumia) procediamo al rimpasto come diciamo noi (dando al PD siciliano solo due assessorati, perché Nelli Scilabra e Angelo Villari sono vicini al presidente e al senatore) e voi (riferito al PD) date a Lumia non solo la candidatura, ma la certezza dell’elezione al Parlamento europeo.

Crocetta e Lumia – questo bisogna riconoscerlo per onestà di Cronaca – la trattativa l’hanno sempre condotta su queste basi. Solo quando ha avuto la certezza matematica che Lumia non sarebbe stato in lista alle europee nel PD, il Governo Crocetta ha dato il via alle nomine del manager della sanità: cosa, questa, andata in scena ieri sera. 

E adesso? Francamente, non è semplice, per i Partiti – e segnatamente per PD e Udc – accettare di bere il calice amaro della sanità. Ma non è facile nemmeno per Lumia accettare di essere fuori.

Proprio in queste ore Lumia seguirà con particolare attenzione quello che sta succedendo in Senato. Dove il premier Renzi sta provando a fare passare una riforma senza né capo né coda: una riforma costituzionale folle, a colpi di maggioranza semplice, per fare abolire il Senato dai senatori.

Certo, il Parlamento italiano – che grazie al Porcellum è pur sempre un Parlamento di ‘nominati’ – negli ultimi anni non ha dimostrato di avere grande ‘spina dorsale’. Basti pensare che ha approvato, senza fiatare, prima il Fiscal Compact e poi il Two Pack. Due vergogne che umiliano la Costituzione italiana del 1948.

Ieri, però, il presidente del Senato, Piero Grasso, si è ricordato di aver studiato, da giovane, il Diritto Costituzionale. Da qui una fiera e bella presa di posizione dello stesso Grasso in difesa non del Senato, ma della stessa Costituzione italiana: una Costituzione che non può essere cambiata dal Governo, ma che deve essere discussa ed eventualmente cambiata dal Parlamento.

Ma non a scatola chiusa, come vorrebbe Renzi (e come vorrebbe la signora Merkel, che di Renzi è la grande sponsor). Quello che vogliamo dire è che il Senato della nostra Repubblica potrebbe far prevalere – e sarebbe ora! –  la dignità democratica e istituzionale e mandare a quel Paese la Germania, Renzi e la sua pessima riforma del Senato. 

Se dovesse passare questa linea politica – alla fine, in questa fase, Renzi potrebbe trovare la sponda solo con Berlusconi: ma non è detto – l’attuale capo del Governo, che ha già scontentato mezza Italia con il suo riformismo sostanzialmente antidemocratico e contro i diritti dei lavoratori, potrebbe trovarsi in difficoltà.

Insomma, se il Senato dovesse bloccare Renzi e la sua folle corsa verso l’abolizione del Senato, la situazione si complicherebbe. E l’attuale poltrona di Lumia al Senato – che con molta probabilità è l’ultimo scranno parlamentare che occupa – potrebbe iniziare a tremare.

Detto questo, a nostro modesto avviso, anche se i Partiti – e segnatamente PD e Udc – dovessero optare per la linea morbida, accettando i manager della sanità targati Crocetta e Lumia (e forse targati anche Cardinale: qualcosa, per i bassi servigi resi ai due, Totò da Mussomeli, se lo conosciamo un po’, dovrebbe averla messa nel carniere), non risolverebbero il problema.

Perché ormai il presidente della Regione e il senatore hanno deciso di utilizzare fino in fondo il potere contrattuale che detengono. 

PD e Udc – trovando altre sponde all’Ars – potrebbero giocare la carta dello scioglimento di Sala d’Ercole. Ma in questa partita a scacchi tra Crocetta e Lumia da una parte e la politica dall’altra parte, in svantaggio è sempre la politica.

La nuova Assemblea regionale siciliana che dovrebbe essere eletta dopo un’eventuale scioglimento anticipato, in base alla riforma, sarebbe di 70 e non 90 parlamentari. Di fatto, 20 deputati tra gli attuali sarebbero già a casa.

Non solo. Altri dieci deputati verrebbero ‘inghiottiti’ dal listino: 8 seggi più il presidente della Regione e il secondo arrivato nella corsa alla presidenza.

A conti fatti, i seggi disponibili sarebbero 60. In queste condizioni non sarebbe facile, per gli attuali deputati dell’Ars, rinunciare al seggio. Con molta probabilità, preferirebbero tenersi Crocetta, condannando la Sicilia all’ingovernabilità, piuttosto che perdere lo scranno parlamentare.

Questo rafforza il potere contrattuale di Crocetta e Lumia, che resterebbero i ‘padroni’ del Governo grazie a chi li manderebbe volentieri a casa, ma che, pur di mantenere la poltrona di deputato, deciderà di sopportarlo.

C’è un secondo motivo che suggerisce ai Partiti tradizionali di evitare le elezioni regionali anticipate: la possibile vittoria del Movimento 5 Stelle, che in Sicilia si va sempre più radicando. Altro elemento che rafforza Crocetta e Lumia.

Concludendo, si sta verificando quello che abbiamo scritto domenica sera, quando abbiamo anticipato che senza la candidatura- elezione di Lumia al Parlamento europeo, Crocetta e lo stesso Lumia avrebbero assestato il colpo di coda: colpo di coda che è arrivato con la designazione dei manager della sanità.

La ‘guerra’, adesso, si trasferirà a Sala d’Ercole. Dove il Governo Crocetta potrà contare solo sullo ‘sgabello’ dei grillini, ammesso che i parlamentari del Movimento 5 Selle decidano di giocarsi la credibilità che si sono guadagnati sul campo, continuando a fare da sponda a un Governo fallimentare.

 


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