Conclusi oggi gli incontri fra i candidati alla presidenza della Regione e le sigle sindacali confederali isolane. Ottimismo da parte dei leader di Cgil, Cisl e Uil, soprattutto nella speranza di mettersi alle spalle il burrascoso rapporto con Crocetta. All'appello è mancato solo Cancelleri, bersaglio così delle critiche
Regionali, sindacati incontrano gli aspiranti presidenti Cancelleri rifiuta. «I grillini pensano che siamo inutili»
Scambi positivi e la prospettiva di un dialogo aperto tra il futuro governo regionale e i sindacati confederali di Cgil, Cisl e Uil, che oggi, nella centralissima sede della Cisl di Piazza Castelnuovo a Palermo, hanno concluso il ciclo di confronti con i candidati a governatore della Sicilia alle Regionali del 5 novembre. Atmosfera serena e grandi temi sul tavolo, dalle politiche migratorie, alle infrastrutture, l’occupazione, la chiusura degli Iacp, i fondi europei, un piano sanitario e uno per i rifiuti.
I tre segretari confederali della Cgil, Michele Pagliaro, della Cisl, Mimmo Milazzo e della Uil, Claudio Barone, hanno positivamente tirato le somme. L’aspettativa è che il prossimo governo, chiunque vinca tra i candidati da loro ascoltati, segnerà un cambio di passo nel rapporto con le sigle a cui aderiscono buona parte dei lavoratori dell’Isola, con cui il presidente uscente Rosario Crocetta aveva invece congelato il dialogo, dando vita ad un’insanabile frattura. Secondo Milazzo «la prospettiva sembra ben diversa rispetto al precedente governo, emerge la disponibilità ad ascoltare ed incontrare il sindacato, a pianificare le emergenze da affrontare, a partire dalla flessibilità che riguarda il mondo del lavoro – ha sottolineato il leader regionale Cisl – L’ esperienza passata non è stata positiva, oggi c’è dunque ancor di più la necessità di affrontare insieme tanti temi come la disoccupazione giovanile e la povertà, le diseguaglianze che sono aumentate».
Nessun endorsement per un candidato piuttosto che per un altro, ma un giudizio positivo sull’approccio alle questioni scottanti: «Sia Micari che Musumeci – ha osservato Milazzo – sono in linea con noi come orientamento, certo l’ approccio ai problemi è diverso. Uno viene dal mondo della politica ed e più pragmatico, un altro porta un’esperienza da docente universitario, abbiamo comunque apprezzato la disponibilità al dialogo comune, non solo con le forze sociali ma anche imprenditoriali».
In giornata gli ultimi due appuntamenti con il candidato del centrodestra Nello Musumeci e l’indipendentista Roberto La Rosa. Grande assente il candidato del Movimento 5 stelle Giancarlo Cancelleri, che ha ricevuto e ignorato l’invito delle sigle sindacali a confrontarsi davanti ad alcune delegazioni di lavoratori. Un’assenza che non passa inosservata: i sindacalisti così non hanno risparmiato critiche all’improvviso riserbo dei pentastellati. «Il fatto che alcuni vengano a confrontarsi dà un segnale positivo, chi non è venuto non ha certo dato la stessa prova». Così Claudio Barone della Uil, stigmatizzando il silenzio di Cancelleri. «Esponenti del M5s – ha detto – malgrado siano stati invitati si sono sottratti ad un confronto con il sindacato, rivendicano l’opportunità dei confronti pubblici, però quando siamo noi a chiederli, si tirano indietro». Strali arrivano anche dalla Cgil: «Di certo non voterò per il M5s – commenta Michele Pagliaro – anche perché abito in un Comune amministrato da loro e non stanno dando prova di grandi capacità, certo è però che se dovessero vincere le elezioni, come in un paese democratico, ci confronteremo con loro». Pagliaro sul punto ha poi aggiunto: «Credo sia a tutti noto l’atteggiamento di Di Maio che teorizza l’inutilità del sindacato, questo denota anche una mancanza di conoscenza della Costituzione».
Per i sindacati siciliani sembra esserci spazio per sperare in quel confronto completamente demolito dal precedente governatore. «In campagna elettorale il rischio è che tutti ci dicano di sì – ha aggiunto Barone – poi dobbiamo vedere se ci sarà un seguito. Tutti i candidati che abbiamo incontrato hanno convenuto sull’importanza dei temi, la capacità della spesa europea, le infrastrutture, la necessità di riformare la macchina burocratica della Regione, ma il punto fondamentale è che tutte le riforme sono possibili solo coinvolgendo i lavoratori e i sindacati, altrimenti perderemo una legislatura». «Noi ce la metteremo tutta – ha concluso Barone – la cosa che dico a chiunque sarà il presidente della Regione è che se non si aprirà una stagione di confronto, il sindacato aprirà una stagione di lotta».