Regionali, Grillo e Salvini si dividono Palermo Dall’ecolapa del leader M5s al duello a distanza

Entrambi arrivati dal Nord, entrambi in Sicilia, a Palermo, per sostenere i rispettivi candidati che si battono nei sondaggi in un inesorabile testa a testa per la presidenza della Regione siciliana. Sono Matteo Salvini, leader della Lega, e Beppe Grillo per il Movimento 5 stelle a riempire la giornata politica del capoluogo siciliano, una delle tappe conclusive, prima del duello finale per le regionali il 5 novembre, tra Nello Musumeci e Giancarlo Cancelleri

Giornata in giro a Palermo per Grillo, intercettato nella mattinata a Mondello nei pressi del ristorante Il Gabbiano da alcuni simpatizzanti che lo hanno riconosciuto, fermato e condiviso immagini sui social. Nel pomeriggio, accompagnato da Cancelleri e dalla senatrice Paola Taverna, Grillo ha percorso le vie del centro a bordo di una ecoLapa, una sorta di bici elettrica a tre ruote. Con lui, in alcune tappe della pedalata-show per il centro storico, anche Giampiero Trizzino, ex presidente della commissione ambiente e territorio dell’Ars e designato futuro assessore.

Il comico genovese si è misurato in un continuo cambio di programma per tutta la giornata, ottenendo l’effetto, forse calcolato, di disorientare i cronisti con cui Grillo è, secondo tradizione, in polemica. Ha attraversato il quartiere della Kalsa, partendo dal complesso dello Spasimo, e raggiunto corso Vittorio Emanuele dopo avere pedalato lungo via Roma e piazza Rivoluzione. Un bagno di folla lo ha accolto ai Quattro canti, dove, facendosi largo tra le telecamere, ha lasciato passare una bambina che, senza mostrare timidezza ha chiesto un selfie con lui. Il leader pentastellato ha fatto una breve tappa alla storica focacceria di San Francesco, per poi risalire via Maqueda e incontrare Luigi di Maio a Piazza Massimo, dove però non ha tenuto l’atteso comizio conclusivo. 

Non sono mancati gli strali contro la stampa che chiedeva lumi sul programma, per tutta la giornata tenuto top secret. «Noi non vi volevamo, per questo non vi abbiamo detto dove eravamo. Noi volevamo parlare con le persone, non volevamo parlare con voi. Non siamo disorganizzati, non volevamo i giornalisti», ha detto Cancelleri ai cronisti che lo hanno interrogato in merito ai fatti di Torino che hanno visto dimettersi il funzionario Paolo Giordana, fedelissimo della sindaca pentastellata Chiara Appendino, indagata anche lei per falso in atto pubblico. Ad arginare i danni dell’inchiesta torinese sulla campagna elettorale siciliana hanno provato Di Maio e Alessandro Di Battista: «Noi li facciamo dimettere quelli che commettono errori». Argomento spinoso per i pentastellati che hanno imbastito una campagna elettorale sull’onestà in un continuo raffronto con Musumeci che ha a suo sostegno liste dove compaiono nomi di impresentabili e con cui Cancelleri combatte una battaglia all’ultimo voto.

Diversi i messaggi politici lanciati dall’ex comico, tra le cover del repertorio pentastellato, quello sull’autonomia regionale. «Con lo Statuto speciale qui si possono fare cose che noi in Italia non possiamo fare, qui si può sperimentare il futuro», ha detto citando anche il caso della Catalogna. «Il decentramento funziona, il mondo va verso il decentramento, che è il futuro della democrazia».

L’attacco frontale a Salvini non si è fatto attendere: «Povero, sembra che venga a chiedere voti al Sud». Neanche la risposta del leader leghista, che ha trovato i cronisti ad attenderlo all’Astoria Palace, ha tardato ad arrivare: «Come fai a pretendere di governare una regione splendida come la Sicilia dicendo “sì è vero, siamo incapaci ma ci proviamo”». Parlando a margine di una convention di Noi con Salvini a sostegno di Musumeci, ha aggiunto: «Andate a Roma a vedere in che condizioni è ridotta, chiedete dei bilanci falsi a Torino, dei rifiuti a Livorno, gli stessi Comuni siciliani governati da tempo ormai dai 5 Stelle… Tutto questo ha dimostrato che per loro passare dalle parole ai fatti è difficile. Non vorrei che il M5s avesse preso la Sicilia e i siciliani come cavie umane per sperimentare il loro nulla». 

Nonostante tutto,però, il leader leghista lascia una porta aperta al M5s in vista delle elezioni nazionali: «Abbiamo detto che non faremo mai squadra con il Pd e la Sinistra, il M5s non sia così chiuso nel pensare che sono loro i migliori e non dialogano con nessuno».


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