Referendum, studenti e docenti etnei in piazza «Una piattaforma comune per fermare Renzi»

È stata ufficializzata la data del referendum costituzionale. Il 4 dicembre il Paese sarà chiamato a votare il progetto di riforma Renzi-Boschi, licenziato dal parlamento ad aprile. La campagna referendaria, che di fatto è iniziata su entrambi i fronti a inizio estate, si farà adesso più serrata, tra chi punta i riflettori sul testo di legge e chi vede il referendum come un’occasione per determinare la chiusura del capitolo di governo Renzi. Per riunire le voci di protesta nate nella città, all’indomani dell’annuncio della scelta del capoluogo etneo quale sede della festa nazionale del Pd, è stata creata da un gruppo di studenti universitari catanesi una piattaforma social, Cacciamo Renzi e tutta la cricca

Il gruppo conta oggi oltre 1.700 adesioni tra gli utenti Facebook ed «è stato creato dagli studenti con l’obiettivo di diventare trasversale e raccogliere le istanze di più generazioni», racconta Ludovica Intelisano, responsabile della comunicazione. La piattaforma si occupa di organizzare e coordinare i vari momenti di incontro e di protesta, con un calendario ancora più fitto in vista dell’appuntamento referendario. «Ci sono dentro gli studenti disoccupati, i sindacati di base, i centri sociali, i coordinamenti e le tutte sigle studentesche – spiega la ragazza – uniti dalla volontà di fermare il governo Renzi». La contestazione abbraccia tutte le misure messe in atto dall’attuale governo: «Matteo Renzi minaccia con le sue riforme intere generazioni. Dagli studenti, attraverso la riforma della scuola e i tagli alle Università, ai lavoratori senza diritti, figli del Jobs act», commenta Intelisano.

Ma è proprio in occasione del voto di dicembre che l’impegno dei militanti del No si intensifica. «È un modo per dire no a tutto il Governo e al Pd. Su questo si gioca la credibilità politica del premier e noi proprio quella vogliamo attaccare», continua la studentessa. L’appuntamento più importante è previsto il 7 ottobre, con un corteo studentesco che partirà da piazza Roma e che sarà collegato alle manifestazioni che si terranno contemporaneamente nelle principali città della Penisola. E nel merito del testo di legge, la ragazza, che si fa portavoce del gruppo, spiega «non siamo dei giuristi, ma sappiamo che l’abbinamento riforma costituzionale-legge elettorale potrebbe portare ad un accentramento di potere nelle mani del primo ministro». E continua «inoltre c’è il rischio che con le modifiche al titolo V della Costituzione il potere venga sottratto ai territori a favore dello Stato centrale».

Accanto agli studenti si sono schierati anche gli insegnanti dell’Usb, sindacato di base della scuola. «Come sindacato siamo impegnati in prima linea con le proteste sull’istruzione dall’era Gelmini – spiega la docente Claudia Urzì – Fino a oggi, presenti a sostegno dei docenti che hanno subito la mobilità forzata dal sud, che si svuota e diventa terra di emigrazione». La piattaforma virtuale, secondo la docente, aiuterebbe il gruppo a diffondere notizie e idee quando la stampa, a livello nazionale e regionale, è assente. «Abbiamo la stampa solo quando si crea veramente la notizia, quando c’è la contestazione a Renzi, non quando si scende in piazza per difendere i lavoratori. E sulla riforma alla legge fondamentale, «la nostra Costituzione va benissimo così. Il problema, semmai, è che non è stata applicata – spiega Urzì – Si tratta di una riforma autoritaria e l’Usb non si fermerà. Aderiremo allo sciopero generale del 21 ottobre e al No Renzi day previsto a Roma il 22 ottobre, per dire no al Muos, alla Tav, alla guerra, al ponte sullo stretto e alla legge sulla Buona scuola».


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