Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un lettore, che preferisce rimanere anonimo, riguardo alla messa in suffragio del duce, celebrata da padre Antonino Lo Curto il 28 aprile nella chiesa di San Gaetano alle Grotte nel centro del capoluogo etneo
«Quella messa per Mussolini è nota a tutti» La pacificazione mai attuata di Catania
Appurato che nella mia domanda (retorica) voi non c’entrate perché Ctzen non esisteva (e ha fatto bene a far sapere di quella messa), mi chiedo: ma la Catania antifascista solo adesso, e solo grazie a Ctzen si è accorta che Condorelli Caff fa dire, ogni anno, la messa per Mussolini? Per molti anni (parlo di almeno 12/15 anni addietro) si è tenuta alla Collegiata, con tanto di omelia elogiativa (ai limiti e forse oltre l’apologia di fascismo), saluto romano dopo l’intervento di Condorelli Caff, e addirittura distribuzione di immaginette («ma non chiamateli santini» disse il prete di cui purtroppo non ricordo il nome, ma non era Alfio Spampinato) di Mussolini. Temo che nella “nera” Catania la mai attuata “pacificazione nazionale” sia invece diventata accondiscendenza verso evidenti fenomeni apologetici.
Del resto, conosco molto bene Antonino Lo Curto, e so bene che non è un fascista: è solo una persona dalle opinioni molto, molto instabili che si “appassiona” alle idee più bizzarre ed eterogenee. Vi sono molti aspetti del suo essere sacerdote “non allineato” (e conseguentemente molto inviso alla Curia) che sono certo vi piacerebbero, al di là di questo spiacevole episodio. Lui ha accolto nella sua chiesa quanti (prostitute, non cattolici, “zingari” quale sono io stesso per origini) i suoi colleghi preti respingevano, a volte anche contestando certi passaggi delle traduzioni italiane CEI delle Scritture che erano stati artatamente travisati.
Otto anni fa, quando la chiesa di San Gaetano alle Grotte (monumento che, per la sua catacomba, è apprezzato e visitato anche da molti non credenti) versava in pessime condizioni, fu Don Antonino, senza appoggi politici di alcun tipo, a condurre la battaglia per consentirne il restauro. Arrivando a dire messa in piazza, all’aperto. E non ha mai considerato quel tempio come “suo”, ma l’ha sempre tenuto aperto a tutti i credenti. La vituperata “messa di rito bizantino” (quando certi detrattori dovrebbero ricordare che nella Chisa Cattolica esistono regolarmente, a fianco del rito latino, i riti orientali che prevedono anche il matrimonio dei sacerdoti, che sono e rimangono cattolici) si affianca al dare agli ortodossi, agli anglicani, a tutti i cristiani, la possibilità, libera e gratuita, di pregare e celebrare in quella chiesa così antica.
[Foto di Allie_Caulfield]