Il palermitano Dario La Rosa, classe 1980, ha scelto l’arte per lanciare un messaggio chiaro e sotto gli occhi di tutti. Con l’ultima opera, che verrà inaugurata domani, girerà tra le isola delle Egadi, denunciando lo stato attuale del mare e dell’ambiente. Guarda le foto
Plastic, a Favignana l’installazione a difesa del mare Lettere costruite con plastica raccolta da 200 bambini
Artista, creativo, giornalista, viaggiatore, musicista. Ha tante anime il palermitano Dario La Rosa, 36 anni, responsabile della rivista di turismo Sicilia Week End, finalista a un’edizione di Sanremo giovani, autore del Manualetto della Minchia. E promotore di un’iniziativa artistico-sociale che riguarda l’istallazione di alcune parole significative in piazze e strade pubbliche. Come Plastic, l’ultima opera che a il 15 luglio verrà inaugurata nelle spiaggia di Favignana, per poi arrivare a Marettimo (13 agosto) e Levanzo
«Ho scelto di trasformare in arte contemporanea l’arte della parola, che tra social network e velocità sta diventando sempre più effimera, perché sentivo l’esigenza e il desiderio di recuperarne il valore originale», spiega a MeridiNews. Se come giornalista Dario lavora con le parole, come artista gliene basta una per trasmettere un messaggio comprensibile in maniera universale. «Ho cominciato nell’agosto del 2016 quasi per gioco istallando in piazza Pretoria, a Palermo, la parola Thank you realizzata con i mattoncini di Lego, che sottolineano l’impegno che bisogna mettere nel costruire i rapporti con gli altri».
Al primo esperimento ne sono seguiti tanti altri. Tra cui Welcome, composta con il filo spinato per far emergere il contrasto tra il concetto di benvenuto e la diffidenza con cui accogliamo i migranti, e Love, parola di cui oggi si abusa. «Sono partito da alcune parole che secondo me stanno alla base delle relazioni umane, ovvero grazie, benvenuto, amore, scusa».
Le sue opere si spostano fino a oltrepassare i confini dell’isola, diventando internazionali. Thank you, per esempio, è stata esposta alla fiera d’art SetUp di Bologna e oggi si trova in modo permanente al Farm Cultural Park di Favara. Mentre i Welcome carpet, composti da storie di migranti palermitanizzati ed esposti in piazza Bellini, hanno ottenuto i patrocini delle ambasciate inglese, greca e spagnola.
Su questa falsa riga è nato l’ultimo progetto, Plastic, sostenuto dall’area marina protetta delle isole Egadi e dal Comune di Favignana. «Ha origine da una riflessione sulla condizione attuale del mare e dell’ambiente. Amo il mare e quando ho letto del problema del cosiddetto brodo di plastica che si forma nel Mediterraneo e viene mangiato dai pesci ho pensato di intervenire con un’opera di sensibilizzazione». E quale modo migliore se non togliere i rifiuti dal mare e dalla battigia per metterli sotto gli occhi di tutti? «Ho cercato di individuare la parola e il mezzo più adeguati attraverso cui poter comunicare il messaggio artistico e ho scelto di ingabbiare la plastica in lettere di ferro che compongono la scritta Plastic a mò di contenitori per la spazzatura». Che quest’estate gireranno tra le spiagge delle Egadi.
«Nella lettera S ci sarà solo un tappo, significativo, perché il caso ha voluto che mentre ripulivamo le spiagge delle isole, una tartaruga che aveva ingoiato questo tappo è stata salvata e rimessa in libertà. È diventata l’emblema di ciò che vogliamo comunicare con l’istallazione, ovvero il rispetto per il mare e i danni provocati dall’inciviltà». Un messaggio che arriva forte anche ai bambini, sempre coinvolti nei progetti di Dario. Alla raccolta della plastica, infatti, hanno partecipato quasi duecento bambini delle scuole delle isole. «Mi piace coinvolgere i bambini, con cui durante le tre giornate di pulizia abbiamo raccolto una quantità esagerata di plastica, decine e decine di sacchi riempiti con tappi, bottiglie, tubi».
L’artista non esclude di portare la scritta, in futuro, anche in altre spiagge dello Stivale. Le istallazioni si muovono come in una tournée e tra i programmi c’è anche quello di presentarle a Catania. «Nelle opere, che molti considerano iper minimaliste, si mescolano l’anima da artista e quella di giornalista, sempre attiva e presente, soprattutto nella scelta della parola e nella ricerca che sta dietro ai progetti», dice La Rosa. Che aggiunge: «Nelle mie opere cerco di far emergere le questioni importanti con estrema semplicità, facendo arrivare subito il messaggio. Credo sia questa la chiave che offre a tutti l’opportunità per riflettere direttamente sulle cose».