Dopo la manifestazione organizzata in Cile, anche a Palermo in centinaia si sono riunite davanti al Teatro Massimo contro la violenza di genere, per dire no a stupri, patriarcato e colpevolizzazione delle vittime. «Abbiamo risposto a una chiamata da Sud a Sud»
Piazza Verdi, flash mob contro la violenza sulle donne «E a curpa unn’era mia, né unni ia, né comu mi vistia»
Centinaia di donne hanno animato il flash mob promosso da Non Una Di Meno Palermo e Arci contro lo stupro e la violenza patriarcale sulle donne, sull’onda delle manifestazioni che hanno preso vita dopo quella organizzata in Cile dal collettivo femminista #Lastesis. «Noi crediamo che questo flash mob sia un grido di forza delle donne che in tutto il mondo si stanno unendo per gridare che la colpa è del patriarcato e per urlare contro la colpevolizzazione delle vittime», afferma Ludovica di Non Una di Meno Palermo.
«Per noi oggi è stato importante rispondere a questa chiamata “da Sud a Sud” ed è per questo che abbiamo tradotto alcune parti in siciliano, perché crediamo che sia importare partire dalle specificità dei territori», ha concluso la giovane attivista. Il flash mob è durato quattro minuti ed ha richiamato l’attenzione di turisti e passanti a pochi passi dal Teatro Massimo, dove questa sera andrà in scena la prima dell’opera Parsifal.
Dopo il fischio iniziale, al ritmo dei tamburi della Crispeace Tribal Band, è partita la performance sul testo originale della prima manifestazione cilena, arricchito da alcune parti in siciliano: «U patriarcato ni struppia, scinni fimmina, abbannia», e ancora «E a curpa unn’era mia, né unni ia, né comu mi vistia». «Vogliamo trasmettere in pochi minuti la forza che noi tutte insieme possiamo costruire, riconoscendo la violenza troppo spesso taciuta – continua l’attivista – e ribaltando gli stereotipi sessisti» perché «Nuatri ittamu vuci. Un la vulimu a cruci di tutti chiddi fimmini ca chiú un’hannu vuci, dato che lo stupratore sei tu».