Piazza Università, le guide turistiche in protesta «Difendiamo il nostro territorio e anni di lavoro»

«No alla guida abusiva, no alla guida nazionale». È questo lo slogan, urlato in diverse lingue, che ieri ha accompagnato la protesta delle guide turistiche catanesi, scese in piazza Università per opporsi alla recente normativa che ha stravolto il settore del turismo e della professione. Con un flashmob e un volantinaggio, in linea con lo stato di agitazione dell’intero comparto nazionale, i lavoratori locali hanno esposto i rischi ai quali andranno incontro i lavoratori del settore se non si interverrà con un provvedimento di urgenza. «La nostra professione è stata presa di mira dall’Europa che ha scardinato l’intero impianto economico del turismo», spiega Giusy Belfiore, presidente delle guide turistiche catanesi. «Attraverso una serie di norme, che hanno portato alla deregolamentazione della professione, ci ritroviamo oggi con operatori del settore stranieri, in particolar modo tedeschi, che lavorano in Italia, utilizzano i nostri servizi ma pagano le tasse nei loro Paesi».  

Prima dell’approvazione della recente normativa (la legge 97/2013), le abilitazioni per le guide turistiche erano di tipo territoriale, o provinciali o regionali. Con il recepimento della
direttiva Bolkestein la figura della guida turistica è stata inserita nella direttiva servizi anziché delle professioni, rendendo valida l’abilitazione a livello nazionale. «Questa legge non tiene conto dello straordinario patrimonio culturale che possiede l’Italia. Liberalizzando la professione si rischia di diventare tuttologi, con un inevitabile abbassamento della qualità dei servizi offerti ai turisti – continua Belfiore – Una guida tedesca non avrà mai la stessa conoscenza delle peculiarità e dell’identità del nostro territorio che ha una guida siciliana». In seguito alla legge 97, per normare la professione e difendere la qualità delle visite guidate, almeno nei siti più importanti e di maggiore rilevanza culturale, il ministero dei Beni culturali ha pubblicato il decreto ministeriale Franceschini e la lista dei Siti protetti. In base a questo, solo le guide con abilitazione specialistica di un certo territorio possono lavorare nei siti protetti, individuati da province o regioni, mentre le guide senza abilitazione specialistica possono operare dovunque tranne nei siti protetti. 

A fine febbraio, però, il
Tar ha annullato il decreto ministeriale Franceschini, gettando nel caos l’intera categoria. «L’introduzione della guida turistica nazionale – spiega Belfiore – è un enorme favore ai grandi tour operator internazionali, pronti a invadere il nostro territorio. Le multinazionali hanno premuto sull’Italia per deregolamentare il tutto e abbiamo la sensazione che il governo italiano non voglia porre rimedio a questa situazione». «Da un lato propinano l’importanza del turismo come fonte di occupazione e dall’altro mettono a rischio il nostro lavoro e la nostra professionalità, frutto di anni di sacrifici», conclude Belfiore. 

Dello stesso tenore sono le parole di Chiara Ponzo, giovane guida turistica catanese, che racconta le fatiche affrontate per raggiungere l’abilitazione. «Dopo
anni di sacrifici, in cui abbiamo conseguito una laurea, sostenuto esami di lingue, di storia dell’arte, sulle tradizioni popolari e sulla normativa turistica, per superare un esame durissimo, ci troviamo di fronte alla possibilità che qualcuno venga qui e ci tolga il lavoro. Tutti i giorni – afferma Ponzo – portiamo alto l’onore della nostra città con i turisti, perché è qui che siamo cresciuti e ci siamo formati. Siamo scesi in piazza per dimostrare che siamo pronti a lottare con le unghie e con i denti per difendere il nostro posto di lavoro», conclude Ponzo. La protesta, come annunciato dall’associazione delle guide turistiche catanesi, continuerà nei prossimi giorni con altre iniziative per chiedere una legge di riordino del settore al fine limitare i danni che l’attuale situazione normativa starebbe provocando.

Salvo Caniglia

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