Una giornata di ordinaria follia a Piano Battaglia, questo il titolo che Giovanni Faletra, titolare del Rifugio Marini, attività turistica nella nota meta sciistica sulle Madonie, sceglie per la sua lettera aperta. Una lettera che suona come uno sfogo contro i disservizi che, a detta dello stesso Faletra, penalizzano in maniera molto grave chi in quel luogo ha deciso di investire. Già nelle scorse settimane, quando a Piano Battaglia è finalmente arrivata la neve e tutto sembrava pronto per dare il via a una florida stagione invernale che avrebbe potuto mostrare al mondo i frutti degli investimenti fatti sugli impianti, era montata la polemica per l’impossibilità di raggiungere le mete di interesse turistico per le condizioni delle strade e l’impreparazione di chi avrebbe dovuto mantenerne la percorribilità.
Tornato il sereno, con tanto di riapertura della stagione sciistica con gli assessori regionali impegnati ad auspicarsi che le Madonie possano diventare meta turistica per 365 giorni all’anno, ecco però un altro intoppo. Ne racconta proprio la lettera del titolare del Rifugio Marini, che sui social posta l’immagine della sua sala da pranzo con le tavole apparecchiate e pronte a ricevere i tanti turisti che hanno prenotato in anticipo per il weekend. «Questa foto ritrae una delle due sale da pranzo del Rifugio Marini – scrive – preparata per ospitare un gruppo di turisti, regolarmente, prenotati che stamattina, da Porto Empedocle, dovevano raggiungere Piano Battaglia con due pullman appositamente noleggiati per una giornata da trascorrere sulla neve con relativo pranzo».
«La mancanza di mezzi, lo scarso coordinamento degli operatori sul territorio e lasciatemi dire anche l’impreparazione di chi sovrintende all’ordine pubblico e alla viabilità a Piano Battaglia hanno fatto sì che più di 20 autobus sono stati fermati all’altezza del Parco Avventura e invitati a ritornare indietro dopo lunghe ore di attesa. Qualcuno, ignaro della distanza da percorrere, non si è rassegnato allo stop e si è incamminato, a piedi, non sapendo degli otto chilometri da percorrere per raggiungere la destinazione». Il risultato, ovviamente, si traduce in un ingente danno economico per l’attività, oltre che per una giornata campale per i turisti. «Oggi avevamo prenotazioni per 190 coperti e abbiamo servito 60 pasti perdendo tra ristorante e bar circa 4.000 euro senza poi contare lo spreco del cibo preparato che andrà buttato via: per una piccola economia come la nostra sono davvero tanti».
«I turisti – continua la lettera aperta – sono rimasti per ore in aperta strada provinciale senza viveri, senza possibilità di servizi igienici e soprattutto senza nessun tipo di assistenza. Si sono ovviamente ripromessi di non tornare più a Piano Battaglia, non distinguendo i responsabili del disastro odierno. Anche noi siamo fortemente amareggiati, lavoriamo da anni su questo territorio cercando di promuovere un turismo consapevole anche in inverno quando i problemi di Piano Battaglia si amplificano: la manutenzione delle strade, i servizi inesistenti e l’offerta ricettiva inadeguata rispetto alla domanda di posti letto. Ogni anno è sempre peggio, tante belle parole e braccia allargate».
E dal futuro l’imprenditore ormai non si aspetta molto. «Chiuso l’episodio di oggi ci chiediamo se qualcuno si adopererà per assicurare la piena fruibilità della località nel prossimo fine settimana o, invece, spererà che anche noi, così come gli altri operatori economici rimasti, desisteremo chiudendo l’attività rassegnandoci al triste destino che tanto le cose non cambieranno mai. Nonostante tutto, noi cercheremo di fare ancora la nostra parte».
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