Il sogno di quartieri colorati da murales, con scuole aperte anche d'estate, campetti sportivi e vigili urbani all'entrata e all'uscita quando suona la campanella. I desideri degli adolescenti, che questa mattina hanno inscenato un Consiglio comunale a Palazzo degli elefanti, raccontano una città che ancora non c'è
Periferie, i sogni di 60 giovani delle scuole etnee «Senza speranza non possiamo essere ambiziosi»
L’emozione è da primo giorno di scuola ma a ospitare, per qualche ora, più di 60 studenti delle scuole medie e superiori di Catania e provincia sono stati i banchi dell’aula consiliare del Comune etneo. Insieme per raccontare la loro idea di città partendo da tre parole chiave: periferie, povertà educativa e comunità educante. #Conibambini – Tutta un’altra storia è la sesta tappa di un viaggio che da Nord a Sud ha permesso alle comunità educanti dei territori (scuola, famiglia, terzo settore, fondazioni e università) di ascoltarle e condividere con i ragazzi idee e buone pratiche educative per contrastare il fenomeno della povertà, non solo economica ma spesso educativa. Il progetto, messo in campo dalle fondazioni di origine bancaria e dal governo, ha una dotazione di 360 milioni di euro per tre anni, per sostenere, tramite bandi, i processi educativi dei minori. Protagonisti assoluti dell’iniziativa, organizzata dall’impresa sociale Noi con i bambini, sono stati i ragazzi tra i 13 e i 16 anni che dagli scranni di Palazzo degli Elefanti – con istantanee di vita quotidiana – hanno esposto le criticità e i bisogni del proprio quartiere, della loro generazione e hanno suggerito possibili soluzioni. Ad ascoltarli associazioni del terzo settore, educatori e amministratori locali.
«Nel nostro piccolo speriamo di dare un contributo a questa città», racconta Domenico, che frequenta l’istituto comprensivo Coppola di Catania. «La periferia – aggiunge Luana, dell’istituto Nautico di Riposto – non è solo uno spazio fisico. Se viene dimenticata si resta soli e per chi non ha una famiglia alle spalle il rischio è la strada». Sette i progetti finora finanziati in Sicilia, di cui tre coinvolgono Catania e l’hinterland. Un’opportunità educativa per essere migliori, presentato dall’Ispettoria salesiana sicula San Paolo, è incentrato su alcuni quartieri della città per contrastare la dispersione e l’abbandono scolastico, con attività di prevenzione e di intervento anche per i ragazzi che sono fuori dal sistema scolastico. Percorsi di orientamento, tutoraggio e sostegno educativo, laboratori naturalistici e di astronomia per coinvolgere mille adolescenti, tra gli undici e i 14 anni, destinatari del progetto che frequentano le scuole partner o abitano nei quartieri interessati dall’intervento. «I problemi principali delle periferie di Catania – racconta Mario – sono legati alla criminalità che purtroppo è molto presente anche tra i nostri coetanei. Io ho 13 anni e mi accorgo che in alcuni quartieri non c’è tanta speranza e diventa difficile essere ambiziosi. Vogliamo che quei quartieri diventino il futuro della città». Desiderio condiviso e ribadito in aula da Simona, che frequenta l’istituto Dusmet Doria di Catania. «Vorremmo murales colorati, campi da calcio e una scuola anche aperta d’estate, invece spesso vediamo rifiuti sparsi ovunque, assenza di mezzi pubblici e palazzi abbandonati. Studiare è un modo per avere gli strumenti per essere liberi e indipendenti».
Altro progetto finanziato è C’entro – Anch’io a scuola, presentato dal consorzio Il nodo, attivo su Catania e provincia, per contrastare la dispersione scolastica tramite la sperimentazione di un modello fondato su una partnership tra terzo settore, scuole e enti pubblici. Tre Centri di aggregazione giovanile, un servizio di orientamento e l’erogazione di doti formative alle famiglie per garantire l’inclusione sociale dei ragazzi in condizione di disagio sono i punti cardine dell’iniziativa. Inoltre il progetto prevede di integrare il ruolo educativo della scuola e della famiglia con percorsi formativi e la creazione di uno sportello di ascolto per studenti, insegnanti e genitori. «L’istruzione ha un ruolo fondamentale – afferma Cristian, del Dusmet Doria – Da due anni suono in un gruppo che abbiamo formato a scuola e ci siamo esibiti anche in concorsi che spesso abbiamo vinto. Se fosse sempre così, i ragazzi avrebbero un’adolescenza fantastica. L’unica cosa che vorrei – conclude – è una presenza maggiore dei vigili urbani davanti all’istituto per garantire più sicurezza perché di incidenti ne ho visti molti».
Il terzo progetto, presentato dalla onlus Insieme Per… L’albero di Andrea, mira a contrastare la dispersione e l’abbandono scolastico tramite la costruzione di meccanismi e procedure di cooperazione tra tutti gli attori educativi del territorio. In particolare, il progetto prevede la realizzazione di interventi sistemici per i ragazzi tra gli undici e i 17 anni tra cui percorsi formativi individualizzati, attività extra-scolastiche di sensibilizzazione, promozione della cittadinanza attiva e della cura del bene comune. «Le persone pensano spesso a loro stesse e non alla comunità che c’è dietro – afferma Federica dell’istituto comprensivo Gianni Rodari di Acireale -. Quando si è in pochi non si può fare la differenza ma se in tanti si mettono insieme è possibile farcela».