Paternò, il flash mob per non dimenticare l’ospedale Pd e M5s: «Non possono esistere cittadini di serie B»

Partito democratico e Movimento 5 stelle protagonisti questa mattina di un flash-mob davanti all’ospedale Santissimo Salvatore di Paternò. Obiettivo accendere riflettori sui disagi patiti dall’utenza, dallo scorso mese di febbraio, vista la carenza di medici al pronto soccorso: «Solo quattro unità in servizio, ma realmente tre perché una in malattia a lungo termine – dichiarano i manifestanti – Queste tre unità non hanno più il sostegno dei medici del 118 che hanno preferito, per ragioni economiche svolgere la loro attività in altro ospedale Aziendale». 

Eppure ieri la problematica è stata affrontata dal sindaco Nino Naso con i vertici Asp catanesi, ossia il direttore generale Maurizio Lanza e quello sanitario Antonino Rapisarda. Sarebbe stata trovata una soluzione: per coprire i turni vacanti si ricorrerà al personale dell’area chirurgica e medica dell’azienda, tenendo conto del fabbisogno mensile che verrà comunicato dal responsabile del pronto soccorso di Paternò. Per attuare tale determinazione devono pensarci i capi dipartimento aziendali. Per Pd e M5s, invece, l’Asp deve provvedere a emettere un bando per tutti i posti vacanti anche per i medici del pronto soccorso di Paternó come attualmente avviene per gli ospedali di Caltagirone e Militello. 

Questa mattina erano presenti per Partito Democratico il deputato regionale Anthony Barbagallo, il segretario provinciale Angelo Villari e il presidente del consiglio comunale Filippo Sambataro. Per il Movimento 5 stelle presenti i deputati regionale Francesco Cappello, Giorgio Pasqua e Gianina Ciancio e i consiglieri comunali pentastellati Martina Ardizzone e Marco Gresta. Presente anche la consigliera comunale Ionella Rapisarda. Assente l’amministrazione comunale. «Con la presenza di soli tre unità in servizio – ha detto Barbagallo – non si può assicurare neanche la presenza un solo medico a turno, con gravi disagi per l’utenza; gravi le ripercussioni sui pazienti che sostano al pronto soccorso in osservazione breve; impossibilità di un medico accompagnatore nel caso di trasferimenti urgenti in altre strutture. Partito democratico e Movimento 5 stelle chiedono maggiore attenzione per l’ospedale di Paternò». E sulla soluzione adottata ieri dall’Asp il presidente del consiglio Sambataro del Pd mostra dei dubbi: «Non sono sicuro se questo provvedimento sia sufficiente a garantire dei turni pieni al nostro pronto soccorso».

Va giù duro il deputato regionale pentastellato nonché componente della commissione sanità all’Ars Francesco Cappello: «Questo flash-mob è un tentativo di sollecitare il governo regionale a intervenire. Che ha fatto una scelta precisa: ha preferito prestare più attenzione alle aziende sanitarie delle Città metropolitane, lasciando al proprio destino presidi periferici. Chi non vive a Catania non può sentirsi cittadino di serie b». Attacca anche Diventerà Bellissima: «Quanta ipocrisia a difesa dell’ospedale di Paternò o forse soffrono di vuoti di memoria gli uomini e le donne di Pd e M5s che solo oggi guardano al nosocomio paternese. Forse hanno dimenticato che questo governo, affidato a Nello Musumeci, ha salvato dalla chiusura il SS.Salvatore, come molti altri ospedali siciliani, decretata proprio dal PD, quando governatore era Rosario Crocetta». 

Questa la replica di Anthony Barbagallo: «Il governo Crocetta non ha mai avviato atti per chiudere l’ospedale di Paternò; chi riporta le lancette indietro di otto-dieci anni addietro vuole dire che non ha più altri argomenti». La vicepresidente del Consiglio comunale Martina Ardizzone ha evidenziato che «coloro che hanno detto che oggi si sarebbe manifestato sul nulla perché l’ospedale è già stato salvato da questo governo regionale, si sbaglia. Io suggerirei vivamente, a chi lo ha dichiarato, di farsi un giro tra i reparti, di intrattenersi anche solo pochi minuti con un qualsiasi infermiere o medico, di vedere in che condizioni versa la struttura e, in particolare, il pronto soccorso, perché se a stare dentro l’assessorato vi siete convinti che qui sia tutto a posto, sappiate – conclude – che vi sbagliate alla grande».


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