Caltagirone, modica, piazza armerina, ragusa ed ora anche palermo. Sono i comuni che hanno annunciato la loro formale adesione alla manifestazione nazionale del 9 agosto a niscemi, in provincia di caltanissetta, per dire no al muos, l'impianto satellitare che la marina usa, con la complicità del governo nazionale (e di quello regionale), sta imponendo alla sicilia.
Palermo, anche la ‘Capitale’ al fianco dei No Muos. Scoppiano i nuovi Vespri?
Caltagirone, Modica, Piazza Armerina, Ragusa ed ora anche Palermo. Sono i Comuni che hanno annunciato la loro formale adesione alla manifestazione nazionale del 9 Agosto a Niscemi, in provincia di Caltanissetta, per dire no al Muos, l’impianto satellitare che la Marina Usa, con la complicità del Governo nazionale (e di quello regionale), sta imponendo alla Sicilia.
Caltagirone, Piazza Armerina e Ragusa, oltre a Niscemi, sono già ‘occupati’: attivisti No Muos presidiano le aule consiliari con la benedizione dei Sindaci che appoggiano la loro battaglia. Sindaci e Movimenti sono uniti nella lotta, come ha sottolineato anche il docente del Politecnico di Torino, Massimo Zucchetti, uno degli esperti nominati dalla Regione siciliana per valutare i rischi sanitari dell’impianto Usa, ma il cui parere è stato ignorato dal Governatore, Rosario Crocetta che, dopo tante chiacchiere, si è piegato ai diktat romani e americani (non a caso, il Washington Post, dopo il clamoroso voltafaccia, lo ha celebrato con un articolo denso di fuffa).
Adesso arriva anche Palermo, il capoluogo della Regione (nella foto Piazza Pretoria), la Capitale di quella Sicilia, sempre più lontana dalla dittatura romana che ‘attassa’, ‘spreme’ ‘inquina’, mentre si accaparra risorse (come le imposte che, per Statuto, andrebbero alla Sicilia) e diritti, incluso quello alla Salute e alla vocazione pacifista (sancita, anche questa nello Statuto siciliano).
Non a caso, il Muos è diventato un po’ il simbolo di una insofferenza crescente dei siciliani e, sempre non a caso, anche un uomo sobrio come il Presidente Onorario della Corte dei Conti siciliana, Antonino Sancetta, a proposito di questa protesta, ha detto che qualcosa di simile si era visto solo al tempo dei Vespri siciliani.
Il sostegno di Palermo ne è l’ennesima prova:
“Il 9 agosto, anniversario del bombardamento atomico di Nagasaki, è il giorno che ricorda al mondo la follia della guerra e che ricorda sempre a tutto il mondo la necessità di cercare sempre e comunque il dialogo fra i popoli. Il 9 agosto ricorda al mondo la follia dell’asservimento alla
tecnologia militare – si legge su un comunicato stampa degli assessori comunali e del Sindaco del capoluogo siciliano – il 9 agosto, a Niscemi, migliaia di siciliani ed italiani diranno ancora una volta NO all’installazione di una importante e pericolosa struttura militare nel nostro territorio. Lo faranno e lo faremo non solo perché quella struttura è pericolosa per la salute, ma soprattutto perché ogni installazione militare porta con sé la violenza all’ambiente, distorsione del mercato economico locale e rischi di infiltrazione mafiosa e parassitaria nel circuito economico”.
La tradizione della Sicilia come terra di pace, di accoglienza e di convivenza fra i popoli deve restare il faro che orienta il nostro agire di Amministratori e cittadini”.
E così sia.
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