Sul muro dell'attività di via Solarino sono comparsi due fori. E' l'ennesima intimidazione per Alessandro Marsicano che con le sue denunce ha contribuito negli anni scorsi ad arrestare i suoi estorsori. «Basta, sono stanco, voglio chiudere. Io credo nella giustizia ma non voglio essere lasciato solo». Guarda le foto
Nuova intimidazione alla pasticceria Marsicano «Il rione mi boicotta e ora mi hanno levato le telecamere»
«Basta, sono stanco, voglio chiudere. Io credo nella giustizia ma non voglio essere lasciato solo». Alessandro Marsicano, titolare dell’omonima pasticceria in via Solarino, si sfoga dopo l’ultimo avvertimento ricevuto giovedì: due fori sul muro del proprio locale. Il commerciante è vittima di richieste di estorsioni che ha denunciato. Scelta coraggiosa anche perché chi gli chiedeva il pizzo era gente che conosceva sin da bambino. Anche grazie alle sue dichiarazioni nel 2011 scattò il blitz dei carabinieri Hybris con 35 arresti e fu possibile disegnare una nuova mappa delle estorsioni in città.
Tuttavia «da allora le minacce non si sono mai fermate», commenta Marsicano. E moltissimi residenti della zona boicottano la pasticceria su cui è attaccato il logo di Addiopizzo. «Aver tolto da dicembre le telecamere di sorveglianza non è stato certo di aiuto – aggiunge Marsicano, che racconta decine di episodi denunciati ai carabinieri – dalle minacce e aggressioni verbali ai tentativi di rapina, dagli appostamenti sotto casa fino al coltello piantato nella ruota della macchina del figlio della mia compagna».
Il commerciante vive sotto scorta, ma ritiene fondamentale «l’installazione di telecamere per la sicurezza dei propri familiari e dei clienti». La parte sana della città nel corso degli ultimi anni ha dato segnali di vicinanza a Marsicano. Due anni fa, ad esempio, il rettore dell’università di Palermo, Roberto Lagalla, ha accolto l’appello di Addiopizzo e ha inviato una lettera a tutto il personale e ai docenti chiedendo di «mostrare segni concreti di solidarietà» nei suoi confronti. Molti studenti si fermano nella sua pasticceria. Il modo migliore di fare consumo critico. Ma tutto questo non basta.
«Soffro di attacchi di panico, prendo dei farmaci, e per quello che ho sopportato finora mi è stata riconosciuta un’invalidità del 40 per cento – spiega il commerciante – ho subito un danno economico, l’intero rione mi ha boicottato e se non fosse per l’università lavorerei poco. Ringrazio i carabinieri che mi tutelano, da anni faccio incontri nelle scuole e nelle parrocchie. E sì, denuncerei ancora, l’ho fatto per i miei figli, però ora chiedo che lo Stato e l’opinione pubblica mi siano vicini».
A portare sostegno e solidarietà a Marsicano l’imprenditore antiracket Ignazio Cutrò, presidente dell’associazione nazionale testimoni di giustizia, imprenditore agrigentino che a gennaio, a causa delle enormi difficoltà seguita alla denuncia dei suoi estorsori, ha annunciato la chiusura della sua azienda. «Esprimiamo viva preoccupazione sui recenti atti intimidatori nei confronti di Alessandro Marsicano. Non è accettabile che lo Stato da un lato provveda ad assegnargli un dispositivo di scorta e dall’altro lasci totalmente sguarnito e privo di un sistema di videosorveglianza la sua attività commerciale, che resta preda, come verificatosi nella notte pochi giorni fa, di gravi atti di intimidazioni dagli esiti potenzialmente disastrosi».