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Nuova Europa… nuovo Parlamento
Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria: questi i nomi (rigorosamente in ordine alfabetico) dei paesi che dal 1° maggio 2004 sono entrati a far parte dellUnione Europea portando da 15 a 25 il numero degli Stati Membri. E, a quanto pare, da subito i dieci nuovi arrivati si troveranno a fare i conti con le istituzioni di questa caleidoscopica comunità che è lEuropa unita. Non più attraverso gli osservatori, i membri dei rispettivi parlamenti nazionali che nellaprile 2003 erano stati invitati a studiare lattività del Parlamento Europeo, partecipando alle sedute plenarie senza però poter prendere la parola, votare o candidarsi: il mandato degli osservatori è scaduto automaticamente con lingresso dei dieci paesi nellUnione. Adesso, da spettatori i nuovi arrivati sono diventati protagonisti attivi. Sono state fissate per il 12 e 13 giugno prossimi (in Italia e nella maggior parte degli altri Paesi piccola variazioni, invece, per Olanda e Regno Unito -10 giugno-, Irlanda -11 giugno-, Repubblica Ceca -11 e 12 giugno-), infatti, le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo.
È vero che i dati relativi allaffluenza di votanti, sia alle elezioni europee del 1999 che ai referendum per i Paesi candidati nel 2003, non sono stati particolarmente incoraggianti (in meno della metà degli Stati Membri, tra cui lItalia, si superò il 50%). Ma forse qualcosa è cambiato. Forse, a dispetto delle critiche dei tanti euroscettici, la situazione è diversa, adesso. È più forte il bisogno di strutturarsi per raggiungere gli obiettivi di crescita e sviluppo, sono diverse è più stimolanti le sfide proposte dal novo assetto dellUnione, è sempre più determinante a livello internazionale il ruolo dellEuropa.
Ma chi saranno, praticamente, gli attori di questo nuovo spettacolo?
Bisogna tenere presente che i membri del Parlamento Europeo (o eurodeputati, come molti amano definirsi) non sono organizzati in blocchi nazionali ma in gruppi politici europei che riuniscono tutti i principali partiti politici degli Stati Membri. Questi i gruppi europei:
– PPE-DE: Partito Popolare Europeo & Democratici Europei
– PSE: Partito del Socialismo Europeo
– ELDR: Partito Europeo dei Liberali Democratici e Riformatori
– GUE-NGL: Gruppo Confederale della Sinistra Unitaria Europea – Sinistra Verde Nordica
– VERDI-ALE: Gruppo Verde – Alleanza Libera Europea
– UEN: Unione per l’Europa delle Nazioni
– EDD: Europa delle Democrazie e delle diversità
A completare la lista, si aggiungono i Non Iscritti, ovvero i partiti indipendenti da qualsiasi blocco nazionale e sovranazionale.
Stando al bando che riguarda il nostro paese, il 5 maggio alle 20:00 scade il termine per la presentazione delle liste dei candidati. Non è ancora ufficiale, dunque, lelenco delle liste ammesse alla corsa europea, ma non ci sono dubbi che i principali partiti interessati saranno gli stessi delle precedenti elezioni europee: Forza Italia (che, nel Parlamento Europeo, appartiene al blocco PPE-DE), Alleanza Nazionale (che fa parte dellUEN), lUlivo e la Margherita con la lista Uniti nellUlivo, l Italia dei valori di Di Pietro e Occhetto (lista Società civile), l Alleanza popolare UDEUR di Martinazzoli-Mastella, il Partito dei Comunisti Italiani (che fanno piattaforma comune con il Partito Comunista Francese, i Socialisti Democratici tedeschi e gli altri partiti del GUE-NGL), la Federazione dei Verdi (VERTS/ALE), i Democratici di Sinistra (PSE), la Lega Nord (che ritrova in extremis il suo leader tra i Non Iscritti). Tra le novità, la Nuova Fiamma Tricolore di Alessandra Mussolini.
Il territorio italiano è stato suddiviso in cinque circoscrizioni:
1)Nord-Ovest: Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle dAosta
2)Nord-Est: Trentino Alto Adige, Friuli, Veneto, Emilia Romagna
3)Centro: Marche, Umbria, Lazio, Toscana
4)Sud: Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania
5)Isole: Sicilia, Sardegna
I capoluoghi di circoscrizione sono rispettivamente: Milano, Venezia, Roma, Napoli e Palermo.
Le elezioni si svolgeranno con sistema proporzionale su base nazionale: ogni partito avrà tanti seggi quanti in proporzione saranno i voti di lista ottenuti su tutto il territorio nazionale e saranno eletti quei candidati che avranno ricevuto più preferenze (indipendentemente dal posto in cui sono stati collocati in lista).