L'aggregazione di movimenti nata negli scorsi giorni ha nell'Isola il volto di Saverio Romano, che spiega come l'idea sia quella di creare un progetto inclusivo di centro. Fuori al momento resta l'Udc di Cesa, mentre tra gli ex alfaniani si valutano le mosse da fare per tornare in gioco in vista delle elezioni nazionali di primavera
Noi con l’Italia, la quarta gamba arriva pure in Sicilia I movimenti nel centrodestra pensando alle Politiche
Numeri alla mano, la quarta gamba del centrodestra Noi con l’Italia – aggregazione di mini-movimenti che ambisce a raggiungere il 3 per cento alle Politiche – avrà una base solida anche in Sicilia. Uno dei sei leader che hanno aderito alla nuova formazione, con l’obiettivo di allargare al centro il centrodestra, è Saverio Romano, già ministro dell’agricoltura nel governo Berlusconi. Romano, che in questi anni ha spostato l’asse del centro disinvoltamente da destra a sinistra, è reduce dalla recentissima fatica di abbandonare Renzi e Verdini in Parlamento e radunare attorno al simbolo dei Popolari e autonomisti i seguaci di Raffaele Lombardo e di Cantiere popolare, movimento che nell’Isola, a differenza di Roma, è sempre rimasto in area centrodestra. Una serie di mosse ben assestate che hanno portato la sua lista ad ottenere il 7,8 per cento alle Regionali, base di partenza per costruire un consenso intorno al nuovo soggetto.
Con Romano, che ha firmato a Roma il patto con Maurizio Lupi, Enrico Costa, Enrico Zanetti, Raffaele Fitto e Flavio Tosi, ci sono in Sicilia sei parlamentari all’Ars e tre assessori. Ovvero Roberto Lagalla, Mariella Ippolito e Toto Cordaro. «Una formazione politica di centro per un progetto inclusivo, radicata nel territorio, alternativa ai populismi e agli estremismi, che crede in una Europa unita e solidale e che vuole promuovere un programma politico di solidarietà e coesione territoriale», ha definito Romano il progetto della quarta gamba. Fuori per il momento resta l’Udc, nonostante insieme ai popolari alle Regionali siano stati, con oltre il 14 per cento, la seconda forza del centrodestra. D’altronde lo aveva già annunciato Lorenzo Cesa, e a garantirlo era stato anche Cateno De Luca, parlamentare all’Ars e leader del movimento Sicilia Vera che aveva detto «non ci siamo al cento per cento», salvo poi lasciare lui stesso il gruppo Udc per passare al Misto.
Aperti i giochi, si attende anche una riflessione degli ex alfaniani che potrebbero scegliere di aderire alla proposta di Lupi. Nino D’Asero, ex capogruppo all’Ars, parla anche a nome dei colleghi ex deputati non rieletti dopo che la lista di Alternativa popolare non ha superato lo sbarramento, con appena il 4,2 per cento. Tra questi anche Giuseppe Fontana e il siracusano Vincenzo Vinciullo. «Ancora si sta riflettendo se riunire le forze con Lupi oppure aderire al progetto di Beatrice Lorenzin – commenta D’Asero -. Abbiamo programmato diversi incontri in questi giorni per arrivare a una decisione prima di Natale». Tra gli ex alfaniani sembra invece avvicinarsi la senatrice Simona Vicari.
E se sia Giorgia Meloni che Matteo Salvini guardano in cagnesco l’espansione del centro, prende decisamente le distanze il movimento del presidente della Regione Nello Musumeci. Il coordinatore politico di Diventerà bellissima Raffaele Stancanelli fa sapere che il movimento non abbandonerà il suo simbolo che ha fatto incassare oltre il 6 per cento alle Regionali, anche se il dialogo con il centrodestra è aperto. «Vogliamo rappresentare – spiega Stancanelli – un collegamento tra le istanze che provengono dal territorio e dalla società siciliana svincolate dagli schieramenti e il governo regionale che tali istanze deve saper soddisfare. In quest’ottica qualsiasi ragionamento politico servirà a scegliere i compagni di strada per affermare un ruolo anche alle nazionali per il nostro movimento». L’idea, in tal senso, sembra sia quella di trattare con Forza Italia per ottenere il numero più alto possibile di collegi uninominali.