Assemblee, cortei, presidi informativi. Per informare l'opinione pubblica sui rischi - per cittadini e ambiente - del nuovo presidio militare statunitense in costruzione a Niscemi. Dal 7 al 9 settembre prevista una tre giorni davanti alla base Usa nel Nisseno, in preparazione della settimana regionale per la smilitarizzazione della Sicilia. Che passerà anche da Catania dove, negli scorsi giorni, si è costituito un nuovo comitato
Muos, comitati ancora contro le antenne Usa Il calendario degli eventi di mobilitazione
«Il Muos è soprattutto uno strumento di guerra e di morte». Continua la battaglia dei comitati siciliani contro la costruzione di quello che è stato definito l’ecomostro di Niscemi. Un sistema di antenne militari pericoloso per l’ambiente, i cittadini e anche l’economia locale secondo gli attivisti. Che per settembre hanno organizzato un fitto calendario di eventi di sensibilizzazione e protesta. Alcuni di questi coinvolgeranno anche Catania dove, da pochi giorni, si è costituito il comitato NoMuos-NoSigonella, dopo una serie di assemblee con centinaia di partecipanti firmatari dell’appello No al Muos, No ai droni – Per la smilitarizzazione della Sicilia. Primo appuntamento dal 7 al 9 settembre per una tre giorni davanti al costruendo impianto a Niscemi.
Un’occasione per monitorare all’interno della base statunitense i lavori di posizionamento delle parabole. Parte di un impianto «nocivo per la salute dei siciliani – ricordano i comitati – capace di interferire con le strumentazioni tecnologiche dellaeroporto Fontanarossa di Catania e d’impedire l’entrata in funzione di quello di Comiso». Ma anche «ingombrante ostacolo per il rilancio delle economie territoriali» e causa di «devastazione della riserva naturale sito di interesse comunitario Sughereta a Niscemi». Ma il Muos è solo uno delle nuove presenze militari sull’isola. E lo sa bene il comitato catanese. Che «pur riconoscendo la centralità della mobilitazione contro il Muos a Niscemi scrive in un comunicato – individua nell’esistenza della base di Sigonella il cancro originario della militarizzazione Usa-Nato della nostra isola». Soprattutto dopo l’arrivo, negli scorsi mesi, degli aerei militari senza piloti: i droni. Anche quelli, secondo gli esperti, pericolosi per l’incolumità dei cittadini e invasivi a causa dell’interferenza che provocano con il traffico civile nell’aeroporto etneo.
Per opporsi, gli attivisti hanno deciso di rifarsi a un’altra storica battaglia siciliana: la lotta contro gli euromissili a Comiso. Come in quel caso, i comitati accettano solo adesioni individuali. Non per isolarsi da altre associazioni e gruppi, chiamati comunque a partecipare, ma «per salvaguardare l’autonomia del comitato», spiegano. Il prossimo appuntamento sarà a Niscemi, dal 7 al 9 settembre: una tre giorni con campeggio per monitorare i lavori alla base e informare i cittadini. Insieme ad eventi musicali la sera e l’assemblea conclusiva di tutti i comitati regionali No Muos domenica mattina. Un’occasione per programmare insieme la settimana di mobilitazione per la smilitarizzazione della Sicilia dal 29 settembre al 6 ottobre. Previste assemblee, cene sociali di autofinanziamento ed esibizioni di gruppi musicali il 29 settembre al Teatro Coppola, a Catania.
Secondo il programma attuale, la carovana partirà il primo ottobre da Messina per poi proseguire da Catania dove si concentreranno anche i gruppi del Calatino nei giorni successivi. Un presidio informativo verrà intanto installato all’aeroporto catanese e a Sigonella. In mezzo, anche un incontro multietnico di fronte al Cara di Mineo e una serata organizzata insieme al Comune di Palagonia, sensibile alla causa dei comitati. Dal 4 al 6 ottobre, la mobilitazione si concluderà a Niscemi, dove saranno riuniti tutti i comitati regionali. «Dobbiamo opporci a chi minaccia le nostre vite scrivono gli attivisti – e riprendere in mano ora il nostro futuro».
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[Foto di Marion Doss]