Stavolta non c’è stato nessuno stop o rinvio. Il Muos è stato acceso per la prima volta per permettere ai tecnici nominati dal Consiglio di giustizia amministrativa, di effettuare le misurazioni dei campi elettromagnetici. I cinque verificatori sono arrivati alla base Usa di Niscemi, scortati da un imponente dispiegamento di forze dell’ordine. Mentre un centinaio di attivisti – tra cui le mamme e gli studenti del liceo scientifico Leonardo da Vinci – hanno osservato le operazioni dall’esterno della recinzione. Tra loro anche il pacifista Turi Vaccaro, che è stato arrestato per aver violato il divieto di dimora a Niscemi, scattato dopo che aveva preso a martellate nei mesi scorsi una delle parabole.
Insieme ai verificatori nominati dal Cga, hanno preso parte alle misurazioni tre tecnici di parte del movimento No Muos. Si tratta del fisico Massimo Coraddu, il chimico Eugenio Cottone e Cirino Strano, del Wwf, che stanno portando avanti verifiche parallele, grazie alla strumentazione presa in affitto. Quelle ufficiali invece sono effettuate con strumenti messi a disposizione dall’Arpa. Il mandato del Cga prevede l’accensione contemporanea del Muos e di tutte le antenne presenti nella base Usa, alla massima potenza. Stamani, secondo quanto riferiscono gli attivisti, sono state accese «due delle tre parabole dell’impianto satellitare, alla potenza minima di 200 watt, mentre nel progetto originario si parla di 1600 watt». «Per quanto riguarda le 46 antenne – aggiunge Fabio D’Alessandro, del comitato di Niscemi – venti non verranno accese perché dichiarate in disuso. Le restanti verranno attivate, ma non in contemporanea, perché a detta dei verificatori il sistema elettrico della zona non reggerebbe». Qualche momento di tensione solo al momento del fermo di Vaccaro che, mentre veniva trascinato dentro una delle auto della polizia, ha rotto un finestrino con un calcio, nel tentativo di liberarsi.
Nonostante le attese, alle mamme No Muos non è stato concesso un incontro con la prefetta di Caltanissetta, Maria Teresa Cucinotta. «Rispetto a un mese fa – denuncia Samanta Cinnirella, del gruppo di Caltagirone – quando le verifiche sono state bloccate per la mancanza di sufficienti misure precauzionali, non è cambiato nulla. Non c’è nessun piano di sicurezza, al di là di quello per il traffico». Stamani attorno alla base di Niscemi si sono moltiplicati i posti di blocco di polizia, carabinieri, Guardia di finanza ed esercito. A confermarlo è Salvatore Terranova, l’uomo che vive a un chilometro in linea d’aria dal Muos con un defibrillatore nel cuore. «Stamattina sono dovuto andare in paese e ho incontrato blocchi ogni duecento metri», racconta. Nonostante la paura per i rischi legati alle onde elettromagnetiche, non ha voluto allontanarsi dalla sua abitazione. «Faccio già la cavia per 365 giorni all’anno, è inutile andare via adesso, al momento non ho avuto problemi, ma – conclude – ne saprò di più a fine mese, quando andrò dai medici per verificare che il defibrillatore non sia starato, come successo già in passato».
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