Angelo Partenza ha subito una brutale aggressione il 19 gennaio 2017, e aveva denunciato di essere vittima da tempo del bullismo di un 15enne e di un suo amico 16enne. È stato trovato senza vita nella sua casa il 3 febbraio. La perizia del medico legale ha chiarito che l'arresto cardio-respiratorio fu dovuto all'espansione di un ematoma
Modica, morto per le conseguenze di un pestaggio Ecco perché Procura chiede processo per 2 minori
Omicidio preterintenzionale in concorso, con l’aggravante «di aver profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa». Sono i pesanti reati di cui devono rispondere i due ragazzi modicani, entrambi minori all’epoca dei fatti, accusati di aver causato la morte del 64enne di Modica Angelo Partenza, qualche giorno dopo un brutale pestaggio. La correlazione tra le violenze e il decesso dell’uomo, che era vittima dei bulli da tempo, è stata accertata dalla perizia medico legale. A darne notizia è lo studio legale 3A che da quel drammatico 3 febbraio 2017, giorno in cui Partenza venne ritrovato senza vita nella sua casa, difende la famiglia. La vicenda, tempo fa, è finita anche alla ribalta della cronaca nazionale, con la trasmissione Rai I fatti vostri.
Il pubblico ministero della Procura dei Minori catanese, Silvia Vassallo, il 3 novembre scorso ha depositato, a chiusura delle indagini preliminari, la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei due imputati, il più grande dei quali, nel frattempo, è diventato maggiorenne, mentre l’altro non ha ancora compiuto 17 anni. I due, pertanto, compariranno davanti al Tribunale dei minorenni di Catania, e al Gup Alessandra Chierego, il 20 giugno, per l’udienza preliminare.
Partenza aveva 64 anni e abitava da solo nel Vico Papanno, nel centro storico della Contea. A fare la terribile scoperta del suo cadavere, e a dare l’allarme ai carabinieri e ai vigili del fuoco, fu la sorella Giuseppa. L’uomo era rimasto vittima di una brutale aggressione il 19 gennaio 2017, nella piazzetta della chiesa di Santa Maria di Betlemme. Lì ci sarebbe stato un rimprovero dell’uomo ai ragazzi che lo bullizzavano e che, per tutta risposta, lo avevano strattonato e gettato per terra, facendogli sbattere la testa prima di colpirlo con calci e pugni.
A riferirlo era stato lo stesso 64enne nella querela che aveva sporto in caserma dopo questo gravissimo episodio e nella quale spiegava di essere da tempo nel mirino di un 15enne vicino di casa e dei suoi amici. Dopo quel pestaggio, Angelo Partenza era andato dal medico di famiglia, che l’aveva invitato a recarsi al pronto soccorso. Eloquente il referto dei medici: «Frattura della parete anteriore laterale, mediale e superiore del seno mascellare destro, una frattura delle pareti laterale e mediale dell’orbita destra, un enfisema sottocutaneo a livello della regione orbitaria e malare destra e la scoliosi sinistro convessa del setto nasale», a conferma di come i suoi aguzzini si fossero accaniti proprio sulla testa. La prognosi data era di trenta giorni salvo complicazioni. Complicazioni che, purtroppo, si sono verificate, conducendo l’anziano alla morte.
Da lì le indagini, che hanno portato la Procura di Ragusa a iscrivere nel registro degli indagati l’allora 15enne e un amico, che all’epoca dei fatti aveva 16 anni, trasmettendo il fascicolo al Tribunale dei Minorenni di Catania. Qui il sostituto procuratore, Silvia Vassallo, ha disposto l’autopsia per stabilire le cause del decesso, incaricando il medico legale Giuseppe Iuvara. I due ragazzi, durante gli interrogatori, non avrebbero mai manifestato alcun accenno di pentimento o di assunzione di responsabilità, sostenendo addirittura che la vittima, il 19 gennaio 2017, sarebbe caduta per terra non per le botte ma perché avrebbe perso l’equilibrio, versione smentita non solo dal referto del pronto soccorso ma anche dai risultati della perizia medico legale. Il dottor Iuvara ha, infatti, stabilito che Partenza è deceduto in seguito ad «un arresto cardio-respiratorio realizzatosi per compressione (meccanica) dei centri cardio-respiratori del tronco encefalico, nella notte tra l’1 e 2 febbraio 2017, che la compressione si è clinicamente determinata a causa dell’espansione di un voluminoso ematoma subdurale» e che, soprattutto, quest’ultimo «è in nesso causale con le lesioni riportate in data 19.1.2017», cioè con il pestaggio.