L'autopsia ha confermato quello che all'inizio era solo un sospetto. Giuseppe Lucifora, conosciuto da tutti nella cittadina ragusana anche per il suo impegno per la festa di San Giorgio, è stato ucciso. Si indaga nella sua vita privata
Modica, il cuoco Lucifora picchiato e strangolato La camera ardente e i funerali nel suo Duomo
Adesso non ci sono più dubbi: Giuseppe Lucifora è stato ucciso. Chi ha
assassinato il 58enne cuoco dell’ospedale di Modica, domenica pomeriggio nella sua casa al quartiere Dente, lo ha picchiato e strangolato fino a provocare quello che tecnicamente
viene definito soffocamento meccanico. Lucifora avrebbe provato a difendersi,
come dimostrerebbero i segni delle percosse sul volto e la frattura della mandibola
con spostamento dalla sede originaria, ma la stretta delle mani al collo non gli ha
lasciato scampo.
Sono i primi risultati dell’autopsia (per quelli completi bisognerà
aspettare 60 giorni) eseguita ieri sera all’ospedale di Modica dal medico legale
Giuseppe Iuvara, che hanno escluso l’ipotesi del malore. Giuseppe Lucifora
domenica non era solo e chi si è sporcato le mani del suo sangue lo ha poi
lasciato chiuso a chiave, seminudo, in camera da letto. Proprio la porta chiusa a
chiave, senza che la chiave fosse ritrovata, era stato il primo elemento a far
propendere per la pista della morte violenta.
Lucifora a Modica lo conoscevano tutti. Le sue
frequentazioni e le sue amicizie abbracciavano ogni categoria, dagli operai alla
nobiltà, e tutti gli volevano bene. Lavorava come cuoco per l’Asp 7, all’ospedale
Maggiore, ma si divertiva a cucinare anche per le persone che conosceva. Non
era sposato, non aveva figli e qualche anno fa aveva perso l’amata madre. Da
allora viveva solo e solo lo hanno trovato, domenica, i vigili del fuoco, intervenuti
dopo una telefonata e costretti a forzare prima la porta d’ingresso e poi quella
della camera da letto, dove lo hanno rinvenuto riverso tra il letto e il comodino.
Le
indagini sono condotte dai carabinieri, coordinati dalla Procura di Ragusa. Il
fascicolo inizialmente era stato aperto per omicidio «solo perchè alcuni
elementi non facevano escludere la morte violenta». Adesso l’ipotesi
della morte naturale è tramontata e per trovare l’assassino o l’assassina sarà
fondamentale ricostruire le ultime ore di vita dell’uomo.
L’allarme è scattato quando alcune persone per le quali doveva allestire un
catering, non riuscendo a mettersi in contatto con lui, hanno cercato di capire
come rintracciarlo. Si è temuto il peggio quando la sua auto e la sua moto sono
stati trovati parcheggiati sotto la sua abitazione, e poco dopo è arrivata la triste
conferma. Sul posto anche il 118, la polizia locale e il sostituto procuratore di
turno, Francesco Riccio.
Devoto di San Giorgio, patrono di Modica, era lui che, col suono della campanella, apriva il varco ai
portatori per far passare il simulacro del Santo Cavaliere in sicurezza, e tutti
adesso lo piangono. Il presidente, Marco Borrometi, in un post di qualche ora fa
ha scritto: «L’amico di sempre, l’amico di famiglia, l’amico di tutti. I tuoi
insegnamenti risuoneranno con gioia e vigore come quella campana che stringevi
in mano. So che sarai sempre accanto a noi e accanto a me. Modica perde tanto».
Ma non solo San Giorgio, il suo volto non poteva mancare nemmeno la domenica
di Pasqua, in occasione della Madonna Vasa Vasa. Era lui, col suo banchetto
sotto Palazzo San Domenico, a tener viva la tradizione dei cedri. «La notizia della
scomparsa dell’amico Peppe Lucifora – ha scritto il sindaco, Ignazio Abbate – mi
lascia senza parole. Senza cadere nella retorica, era veramente amato da tutti a Modica. Le feste della Madonna Vasa Vasa e DI S.Giorgio non saranno più le
stesse senza la sua campana e i suoi cedri con il sale… se abbiamo riscoperto le
carcaree di Via Fontana il merito è stato soprattutto suo che era il “custode
morale” di tutta la zona».
Gli interrogatori intanto vanno avanti senza sosta. Amici, vicini di casa, conoscenti,
familiari, tutti sono chiamati a ricostruire le abitudini dell’uomo, cosa non semplice
dato che era uno spirito libero e che teneva ben segreta la propria vita privata. La
salma, ultimata l’autopsia, è stata restituita alla famiglia e la camera ardente è
stata già allestita nel suo Duomo di San Giorgio, dove domani, alle 15, saranno
celebrati i funerali.