«La generosità politica di Silvio Berlusconi, nei Governi da Lui guidati in passato, con gli alleati della coalizione adesso non è stata ricompensata». Gianfranco Micciché senza freni politici. Intervistato da Rino Piccione, all’interno dell’approfondimento quotidiano in onda alle ore 21 su Sestarete tv canale 81, il fedelissimo del Cavaliere in Sicilia ha analizzato il momento che si sta vivendo a livello nazionale e regionale. Il varo dell’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni sta infatti dando il La alla formazione della giunta che il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, si appresta a formare. Centrodestra a Roma e centrodestra a palazzo d’Orleans. In mezzo, per i siciliani, si inserisce sala d’Ercole con gli equilibri, tra le forze politicihe, che dovranno essere garantiti per il funzionamento dell’Aula. In caso contrario si verificherà il bis di quanto già visto nei cinque anni appena trascorsi. Stavolta, però, sulla scranno più alto di palazzo dei Normanni, a garantire la tenuta chi ci sarà?
Per la presidenza dell’ARS «ho sentito per adesso – ha dichiarato Micciché – i nomi di Gaetano Galvagno e Giorgio Assenza, entrambi di Fratelli d’Italia. Questo ruolo non mi spetta e non ci spetta; quindi sarà una scelta di altri. Io ho sempre detto che se questa coalizione riesce a iniziare il lavoro diversamente rispetto a quella passata, senza tensioni e con la soddisfazione di tutti, credo che non ci saranno problemi. Se si vorrà escludere qualcuno, allora qualche problema potrà sorgere». Micciché dunque scarta un interesse diretto per il ruolo di presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana mentre ha provato, sollecitato da Piccione, a fare chiarezza sugli “appetiti” riguardanti la Sanità. «Ci vuole una persona che possa fare bene. Io sono – prosegue – a contatto con le diverse categorie di operatori della Sanità. Loro sono preoccupati perché nella precedente legislatura, secondo me, si era partiti bene con Ruggero Razza ma poi non so bene cosa sia successo; una serie di contrasti che ci sono stati tra l’assessore e le categorie. Non si è completato bene. Adesso occorre una persona di livello e che abbia le capacità per pacificare il mondo della Sanità. Il bilancio del comparto è quello più alto ma che per il 99% della spesa è fisso. Non ci sono molti spazi. Tutto ruota intorno al coinvolgimento dei privati. Molti denari riguardano le spese per i rimborsi alle strutture convenzionate o per costi che non possono essere gestiti. I problemi sono nei rapporti interni. Dove ci sono liste di attesa enormi negli ospedali, bisogna trovare un sistema per evitarle. Per me bisogna coinvolgere le strutture territoriali. Non è una questione di bilancio».
Per il suo futuro, Gianfranco Micciché, ha le idee chiare. «Non devo – continua – per forza avere un incarico. A me interessa che le cose possano funzionare. Spero che Musumeci, con questo ministero, possa produrre risultati. Io ce l’avevo con il sistema che si era creato, intorno a lui, di gestione della struttura della Regione Siciliana che non funzionava. Spero che Schifani non faccia l’errore che ha fatto Musumeci di accercchiarsi di persone che creano un cerchio magico e se ne fottono della Sicilia».
Fiducioso sul progetto di realizzazione del ponte sullo Stretto, il leader di Forza Italia a livello regionale non ha nascosto le sue paure. «Temo sempre – sottolinea – quando questi del Nord parlano del ponte perché quando stavo al ministero dell’Economia si mettevano tanti miliardi su questa infrastruttura; poi a metà anno si scopriva che l’opera non si faceva e quindi il Governo se li riprendeva. Di fatto venivano meno alla Sicilia, alla Calabria e al Sud. Mi auguro che Salvini qualcosa la faccia realmente ma, per favore, non parlatene. Invitate le città, la Regione a chiudere accordi e a partire con i lavori. E’ inutile continuare a perdere tempo. Se non si parte mai, mi pari na pigghiata ppì fissa».
Ancora una volta Micciché, sul piano strettamente politico, non esclude nulla, sia a Roma che a Palermo. La partita resta aperta fino alla definizione dei Sottosegretari. «Io sono a disposizione – chiosa – e posso fare qualsiasi tipo di lavoro. Credo di avere già dimostrato di saperlo fare. Però a questo punto bisogna che questi (ndr Fratelli d’Italia) abbiano la voglia di coinvolgere anche gli altri».
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