Messina, vacilla il palazzo di vetro di Accorinti La prefettura consiglia il ripristino dei tornelli

Un adeguato presidio di polizia municipale e il ricorso a tornelli, dissuasori o affini. È questo la valutazione che la prefettura suggerisce al Comune di Messina dopo le violenze degli ultimi giorni. Il raid dei venditori abusivi è stato oggetto, oggi, di una riunione tecnica interforze nel corso della quale è stata condivisa «unanimemente la necessità di sensibilizzare l’amministrazione comunale sulla necessità che il regolare svolgimento delle attività politico-amministrative all’interno della casa comunale sia adeguatamente assicurato a cura del personale della polizia municipale».

L’intervento di palazzo del governo è stato sollecitato pure dall’ordine dei giornalisti di Sicilia, a causa delle aggressioni verbali e fisiche subite da alcuni operatori della stampa: «Dovrà garantirsi – fanno sapere dalla prefettura – la sicurezza degli utenti e degli operatori dei mezzi di comunicazione presenti. A tale fine potrà essere valutata anche la predisposizione di accorgimenti di difesa passiva». Ovvero, il ripristino dei tornelli, o di rimedi analoghi, che il sindaco, Renato Accorinti, ha fatto rimuovere quasi due anni fa, al momento del proprio insediamento. Le forze di polizia garantiscono in ogni caso la loro presenza ogni volta che sarà richiesta «al verificarsi di particolari situazioni critiche» o «nel caso in cui si dovessero presentare delle situazioni di turbative all’esterno, in relazione alle quali è indispensabile una preventiva e tempestiva comunicazione alla locale questura».

A invocare un contingente di vigili urbani più massiccio è una delle parti in causa, l’assessora al Commercio, Patrizia Panarello, che, attraverso una nota rivolta al primo cittadino, al segretario generale, Antonio Le Donne, e al comandante del Corpo, Calogero Ferlisi, chiede di «prevedere una maggiore e adeguata presenza di forze di polizia municipale, soprattutto in occasione di eventi straordinari e di manifestazioni potenzialmente a rischio per la sicurezza; di voler istituire urgentissimamente un presidio del corpo di guardia nel gabbiotto dell’ufficio degli atti correnti, al piano terra del palazzetto di palazzo Zanca; di volersi attivare per mettere in atto tutte le azioni necessarie per scoprire chi abbia informato gli ambulanti del passaggio segreto che porta alle stanze del sindaco, aggirando la sicurezza. Questo – conclude – perché bisogna scongiurare in ogni modo che l’episodio di ieri si ripeta con conseguenze anche peggiori».

Nelle scorse settimane, in tempi ancora non sospetti, la capogruppo del Nuovo centrodestra, Daniela Farandaaveva sollevato il problema, soprattutto in relazione alle attività dei consiglieri comunali: «In un momento così difficile per la città – dice oggi – con la gente che non riesce ad avere risposte concrete ma che, di contro, paga il salatissimo prezzo di scelte e a volte di non scelte, è di fondamentale importanza ripristinare il rispetto della legalità e delle istituzioni. Compito che spetterebbe al sindaco il quale, tuttavia, invece che realizzare un palazzo di vetro, ha dato vita a un luogo esposto a rischi di ogni genere per l’incolumità di chi vi lavora».

Per quanto riguarda l’attività del consiglio comunale, la prefettura ricorda che «a norma del vigente statuto, l’ordine delle sedute e la regolarità delle discussioni deve essere assicurata dalla presidenza, e, pertanto, l’intervento delle forze di polizia potrà avvenire solo su richiesta delle medesima».

Proprio la presidente dell’assemblea, Emilia Barrile, tempo fa, ha sollecitato una presenza più consistente di vigili. In questo surreale day after, si limita a manifestare la propria solidarietà ai giornalisti, impegnandosi a concorrere «per quanto possibile nelle mie funzioni istituzionali, al ripristino della sicurezza e della legalità».

Fabio Bonasera

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