Quante maniere esistono per definire brutto un film? E quali sono i criteri per dire che sì, la pellicola è proprio una ciofeca? Ce lo spiega una nostra redattrice che ha visto in anteprima "Menomale che ci sei" dello stesso regista del mocciano "Ho voglia di te"
“Menomale che ci sei“. Oppure no
Avrei dovuto capirlo che c’era il trucco. Quando ti regalano due biglietti per un’anteprima, a te che di cinema non hai quasi mai scritto, deve per forza esserci un oscuro risvolto della medaglia, un contratto col demonio da firmare con un solo cenno d’assenso della testa. Oppure, chi di cinema ne capisce ha già intuito che sarà una proiezione per stomaci forti e si è ritirato, lasciando a te l’onore della recensione.
Recensione che si può ridurre a una sentenza senechiana: è un film brutto. Chi non avesse voglia di procedere, può fermarsi qua e dedicare a più interessanti faccende la propria giornata, tipo scegliere su MyMovies qualcosa di meglio di questo da vedere, pure “Polly Anna – The splatter movie” andrebbe bene, se esistesse. Chi, invece, vuole sapere perché “Menomale che ci sei” non avrebbe neanche dovuto avere l’onore delle locandine, può mettersi comodo, ché c’è un po’ da spiegare.
Il regista è uno spagnolo giovane, tale Luis Prieto, che due anni fa ha dato alla luce “Ho voglia di te”, tratto dall’omonimo romanzo di Federico Moccia. Già questo basterebbe – da solo – a far passare qualunque voglia di sedersi sulle poltroncine rosse e spendere un paio di euro per i popcorn.
E poi, a parte Stefania Sandrelli e Claudia Gerini, di attori noti nel cast non ce n’è.
Chiara Martegiani interpreta la diciassettenne Allegra, rimasta orfana di entrambi gli innamoratissimi genitori a seguito di un incidente aereo. Siccome i cliché non sono mai abbastanza, aggiungiamo che i genitori non erano innamoratissimi come sembravano, giacché il padre aveva un’amante da un bel po’ di tempo, tale Luisa, la raggiante Claudia Gerini. Allegra, che già di suo è insicura, nonostante sia una bella ragazza e non abbia niente di cui lamentarsi, sente il bisogno di attaccarsi a una nuova figura materna e, toh, decide che l’amante di suo padre sarebbe stata la donna adatta.
E così due tipe che non si sono mai viste prima e che in comune hanno solo un uomo morto vanno a vivere insieme, condividendo gioie e dolori come due amiche di vecchia data. Allegra riscopre la sicurezza di sé e inizia una relazione con il coetaneo Gabriele (Alessandro Sperduti), mentre Luisa conosce in libreria Giovanni (Guido Caprino) e si convince che lui sia l’uomo della sua vita, tanto da rimanerne pure incinta, salvo scoprire poi che Giovanni tutto voleva fuorché essere padre e preferiva portarsi a letto la minorenne depressa Allegra, che nel frattempo aveva rotto con Gabriele per gelosia.
Serve altro? No, perché il film continua (quasi due ore bisogna riempirle, in qualche maniera), e ci sono la droga, l’incidente stradale, il ritorno di fiamma, l’amicizia che si spezza e che si ricompone, gli esami di maturità e il lieto fine. Fortuna che io il biglietto per entrare non l’ho pagato.