Matto sì, ma stupido no

C’era una volta un tipo un po’ bizzarro, capelli arruffati, occhialini neri. Chitarra in braccio, comincia a raccontare la sua storia. Moderno menestrello in giacca a quadri e jeans sdruciti. Si sarebbe raccontato così Simone Cristicchi, cantautore romano che ieri all’Auditorium del Monastero dei Benedettini ha rivelato le mille facce della sua musica.

Una “macedonia pop”, come lui stesso la definisce: beat anni ’60, bossanova, hip hop, samba e canzone d’autore si mescolano nel suo album d’esordio “Fabbricante di canzoni”, titolo che vuole essere una critica al sistema discografico d’oggi, un mondo fatto di orchi-arrangiatori e sapienti calcolatori-produttori che plasmano mostri-tormentoni secondo lo schema rigido dell’intro, strofa, ponte, in vista di scopi puramente strategici.

Dove sono finiti allora i poeti della musica? Lucio Battisti, Luigi Tenco, Fabrizio De Andrè, Rino Gaetano, Sergio Endrigo, Umberto Bindi? A questo vuoto Simone risponde con la sua prima canzone ”I matti” di Francesco de Gregori. Ed è proprio dai matti che prende vita il racconto di Cristicchi. “I matti non sono quelli dentro, sono quelli fuori.” I matti scrivono lettere e vedono le statue prendere vita. I matti sanno innamorarsi del mondo, della bellezza interiore e parlano di filosofia col busto di Platone. I matti sono come Angelo, custode di un museo romano, protagonista di una delle sue più dolci canzoni.

Come se non bastaste Simone ci stupisce ancora presentandoci Rufus, il proprio lato oscuro, un po’ cattivello, alter-ego diametralmente opposto alla timida e impacciata figura del Cristicchi buono. Rufus da Ginostra (isola di Stromboli) invia i suoi pezzi assurdi, fatti di parolacce, invettive verso politici, Chiesa e TV a Simone che presenta durante le sue esibizioni. “Quando i sogni si avverano bisogna essere preparati” e lui non lo era nel momento in cui palcoscenici popolari come il Festivalbar e altri importanti come “Musicultura 2005”, “Premio Giorgio Gaber”, “Premio Carosone” sono affiorati d’un tratto nella sua vita che prima di allora era stata costretta ad un “continuo stand-by”.

Ormai definito dalla critica l’erede di Sergio Endrigo, Simone risponde che, come lui, cerca di fare filastrocche che riescano a parlare ai bambini e che trattino di temi profondi. Questa favola ha appena cominciato a scriversi e il tipo bizzarro alla fine firma, con mano incerta ma veloce, gli autografi.

L’incontro di ieri è inserito all’interno della campagna promozionale per promuovere l’evento “Catania col cuore” che si concluderà giovedì 8 dicembre allo stadio A.Massimino di Catania, dove la nazionale cantanti (la VERA nazionale cantanti, tengono a precisare gli organizzatori) incontrerà la formazione della CralPoste in una delle celebri partite del cuore.

La squadra, di cui Cristicchi rappresenta un nuovo acquisto, festeggerà il suo 25° anno di vita con il match catanese, i cui proventi andranno all’AISM (associazione italiana sclerosi multipla) di Catania, al progetto Namibbia, alla fondazione “Shevchenko” e a “La casa del Tibet”. Da tempo la formazione capitanata dal presidente Gianni Moranti raccoglie fondi da destinare alla ricerca scientifica e all’aiuto di paesi in guerra civile o in via di sviluppo.

L’appuntamento con la beneficenza è quindi per giovedì 8 dicembre allo stadio Massimino di Catania.

www.simonecristicchi.it
www.nazionalecantanti.it


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