Il paese è piccolo, la gente mormora. Nel comune del parco dei Nebrodi che si estende per circa di 37 chilometri e che conta poco più di 3700 abitanti, la voce di popolo girava da tempo. Ieri, dopo quasi un anno di indagini, i carabinieri di Randazzo hanno arrestato l’ispettore di polizia locale di Maniace, ancora in servizio, Antonino Tilenni Dianni per spaccio di sostanze stupefacenti. Dopo lo scioglimento per mafia, il piccolo centro del Catanese torna al centro delle cronache con una vicenda che, però, con la decisione del ministero dell’Interno non avrebbe nulla a che vedere.
Il 62enne storico vigile urbano del paese (con il grado di istruttore di vigilanza) sarebbe stato un punto di riferimento nel territorio – dove da tempo non ci sono operazioni antidroga – per l’acquisto di cocaina. I sospetti degli inquirenti sarebbero nati soprattutto da un insolito via vai e da strani movimenti davanti casa sua o in luoghi comunque a lui riconducibili, come alcune zone di campagna.
Un giro d’affari di diverse migliaia di euro al mese, che Tilenni Dianni sarebbe riuscito a racimolare vendendo la cocaina per cento euro al grammo. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, per i pagamenti non ci sarebbero mai stati problemi: gli acquirenti avrebbero sempre pagato sull’unghia. Spesso, come documentato dalle immagini delle telecamere installate in diverse zone individuate come aree di spaccio del vigile urbano, anche dal finestrino dell’auto ferma, per qualche secondo, nel luogo dell’appuntamento.
Un meccanismo semplice ma rodato che, come mostrano i video registrati dagli occhi elettronici degli inquirenti, si ripeteva sempre uguale. L’appuntamento veniva fissato con una telefonata o un messaggio nei quali alla droga si faceva riferimento parlando di «caffé» o con altre parole in codice. Dal primo contatto all’appuntamento spesso passavano poche decine di minuti. Un’auto arrivava nel luogo stabilito per l’incontro – sotto casa o in una zona di campagna di Tilenni Dianni – e lì restava per pochi secondi: di mano in mano passano droga e soldi.
Alcune cessioni di cocaina il vigile urbano le avrebbe fatte anche con indosso la divisa d’ordinanza (non ci sono prove di vendite di droga avvenute in servizio). Quel che è stato accertato durante le indagini è che l’ispettore sarebbe riuscito, nel tempo, a crearsi un bel giro di affari illeciti. Da lui gli acquirenti sarebbero andati a colpo sicuro. Non solo maniacesi, tra i clienti affezionati di Tilenni Dianni sarebbero stati individuati anche soggetti di Bronte. A destare i primi sospetti, infatti, sarebbe stato proprio l’arrivo di stranieri in paese. Quello che resta ancora da capire è da quale canale di approvvigionamento arrivasse la cocaina poi venduta dall’ispettore che con i ricavi illeciti sarebbe riuscito a comprare e mantenere anche una Porsche Macan adesso è stata sequestrata, vista la discrasia tra i redditi dichiarati e il valore dell’auto di lusso.
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