Si tratta del capo del clan di Tommaso Natale e San Lorenzo, fedelissimo di Lo Piccolo jr, arrestato il 29 novembre 2011. Il provvedimento ha riguardato anche un locale, in affitto in questo momento, utilizzato per la produzione di pasticceria e rosticceria a Palermo
Mafia, maxi sequestro da 1,5 milioni Sigilli ai beni del boss Gulio Caporrimo
I carabinieri del nucleo investigativo di Palermo hanno sequestrato beni dal valore complessivo di un milione e mezzo di euro a Giulio Caporrimo, 46 anni, capo della famiglia mafiosa di Tommaso Natale e San Lorenzo, arrestato il 29 novembre 2011. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale. I sigilli sono scattati per un locale in viale Strasburgo, in affitto in questo momento a un noto bar della zona – che non ha alcun collegamento con l’operazione -, utilizzato per la produzione di pasticceria e rosticceria per esercizi commerciali nel capoluogo siciliano. Sequestrati, oltre ai locali, anche gli arredi e le attrezzature.
Caporrimo è stato arrestato a fine 2011 nell’ambito dell’operazione Hydra. Un blitz interforze che mirava a decapitare il gruppo criminale di San Lorenzo da lui guidato. Nonostante fosse uscito dal carcere appena un anno prima. Tra le attività principali del clan c’erano le estorsioni a noti bar e ristoranti palermitani, agenzie immobiliari ed imprese edili. In quel momento l’attività ufficiale di Caporrimo era la gestione di una lavanderia industriale, la Oscar in via Partanna Mondello. A marzo si è celebrato il processo d’appello che si è concluso con una sentenza a 150 anni di carcere per i 17 imputati. La pena più alta, dieci anni, è toccata proprio a Caporrimo.
Un vero capo, con un peso non indifferente all’interno di Cosa nostra palermitana. Che gli deriva anche dalla vicinanza a Sandro Lo Piccolo, figlio del boss Salvatore. La lavanderia di Caporrimo sarebbe stata anche tra le basi del clan. Fino a quando a prendere il potere non è stato proprio l’ex fedelissimo. Tanto potere da intrattenere rapporti con la criminalità organizzata anche non siciliana – in Campania e in Puglia – e da convocare uno dei maggiori summit di Cosa nostra degli ultimi anni – almeno tra quelli noti agli investigatori – al ristorante villa Pensabene, a San Lorenzo.