M5s, dopo Piera Aiello lascia anche Tiziana Drago «Finora politiche sbagliate su famiglie e istruzione»

Dopo Piera Aiello, Tiziana Drago. Un’altra parlamentare nazionale siciliana lascia il Movimento 5 stelle. Dopo il caso dell’esponente trapanese ed ex testimone di giustizia, che ha motivato il passaggio al gruppo misto dichiarandosi insoddisfatta delle misure prese dall’ex ministro Alfonso Bonafede, adesso tocca alla politica catanese. Drago era stata eletta al senato nel 2018, vincendo il testa a testa nel collegio uninominale di Acireale. Un ingresso a palazzo Madama che è coinciso di fatto con l’inizio della carriera politica, dopo anni di impegno nell’Associazione nazionale famiglie numerose

«Lascio il Movimento 5 stelle. La politica è sogno, speranza, concretezza. Il Movimento ha perso questi requisiti ma la mia battaglia continua», è l’atto d’accusa della senatrice siciliana. L’addio sarà formalizzato nel pomeriggio con un intervento durante la seduta odierna. Anche in questo caso a incidere sarebbe la delusione per un impegno da parte del partito ritenuto inadeguato. «Il Movimento 5 stelle mi ha scelta per la mia essenza, per il mio impegno civile nel Forum delle associazioni familiari e per la mia attenzione rivolta al mondo dell’istruzione e del sociale. Attenzione – commenta Drago – che purtroppo è stata tradita rispetto alle tante proposte avanzate. Parlo ad esempio del grande piano legislativo che ho proposto contro l’inverno demografico che vive il nostro Paese. Un piano basato sul riordino dei cicli scolastici, sulla scuola, sulla modifica dei parametri Isee con sette ministeri coinvolti e una visione ad ampio raggio».

La senatrice poi ricorda le polemiche suscitate, l’anno scorso, dalla sua presenza al Forum per la famiglia di Verona. Evento in cui la presenza dei cinquestelle, freschi di divorzio con la Lega al governo e alla guida del nuovo esecutivo in coabitazione con il Pd, era stata esclusa. «Nel Movimento ha fatto rumore solamente la mia partecipazione al Forum per la Famiglia. Partecipazione contestata come reato di lesa maestà, mentre venne ignorata la mia presenza a L’Aquila Film Festival, il giorno prima, dove venni invitata a partecipare a una tavola rotonda, con esponenti di vari schieramenti, organizzata dal mondo Lgbt e famiglie arcobaleno, per parlare di vari temi, come unioni civili, coppie di fatto, single, adozioni. Sono per il dialogo e l’ascolto».

Critiche poi anche nei confronti delle politiche riguardanti la gestione dei docenti e anche la stessa Sicilia. «Tante battaglie per la mia amata isola sono cadute in un cantuccio: poche risposte sull’emergenza sisma, nessun grande piano per le infrastrutture, il tema della sperequazione fiscale mai affrontato, l’istituzione delle zone franche montane in standby», elenca Drago. A chi potrebbe chiedersi cosa farà adesso Drago. Se l’addio al Movimento coinciderà con un passo indietro dal Senato, la risposta è servita: «La battaglia continuerà: c’è ancora molto da fare e molti cittadini attendono, giustamente, risposte dai palazzi della politica».


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