Liste Fava, il palermitano Forgia si tira indietro «Grazie, ma non mi ritrovo in questo percorso»

Perché ho deciso di non candidarmi con Claudio Fava alle elezioni regionali.

Intanto un ringraziamento: un grazie a chi ha pensato al mio nome e alla mia storia per una candidatura alle elezioni regionali nella lista di Claudio Fava. Entro subito nel merito per dire che non me la sento di accettare questa candidatura. Non me la sento perché non mi ritrovo più in un percorso politico che, all’inizio, mi è apparso esaltante, ma che via via – soprattutto nelle ultime settimane – si è appesantito troppo, tra tatticismi e ritorno di una sinistra siciliana che a me appare superata dalla storia.

Provengo da una tradizione socialista. E come tutti i socialisti che si rispettino c’è, in me, una vena libertaria che mi ha sempre portato a dare grande considerazione a ciò che la politica, spesso, non riesce a rappresentare: per esempio, le istanze delle giovani generazioni e l’insofferenza verso i nuovi dispotismi che arrivano dall’Unione Europea. Se proprio la devo dire tutta, ho aderito a Sinistra Italiana anche perché ho sempre seguito con attenzione le considerazioni di Stefano Fassina sull’insostenibilità di un’Unione Europea dell’euro troppo sbilanciata sulle politiche del rigore. Noi socialisti, da Keynes in poi, siamo keynesiani, perché non abbiamo mai creduto, né crediamo alle virtù del libero mercato. Del resto, la storia insegna che, là dove i socialisti si genuflettono al mercato, vanno a sbattere, come è andato a sbattere in questi giorni, in Germania, il socialismo, in verità molto annacquato, di Martin Schulz.

Da keynesiano convinto ho aderito a Sinistra Italiana perché stimo molto Stefano Fassina. Poi sono arrivati i compagni di Sel, portatori del “pacchetto” parlamentare di Camera e Senato. Sono arrivati loro e siamo andati avanti lo stesso. Anche se con qualche perplessità. Perplessità che, qui in Sicilia, sono aumentate quando ho visto Sinistra Italiana – spiace dirlo – troppo schiacciata sulle tesi trasformiste del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando e sul suo modello Palermo. Ma questa fase, a dire il vero, è stata superata con l’alleanza – in vista delle elezioni regionali del 5 novembre – con i tanti Movimenti della sinistra siciliana alternativa ai disastri provocati in Sicilia dal governo Crocetta-Pd.

Da socialista libertario non posso che vedere positivamente un grande schieramento che metta insieme i tanti movimenti della sinistra, la vera tradizione socialista siciliana, Sinistra Italiana e, perché no?, anche gli amici di Articolo 1-Mdp. L’importante è che si proceda insieme, senza fughe in avanti. E senza quella che, negli anni passati, veniva definita “egemonia”.

Invece che è successo e che sta succedendo? È successo che, a un certo punto, è arrivata la candidatura di Claudio Fava alla presidenza della Regione. Candidatura autorevole, certo. Ma maturata nel chiuso delle stanze, senza partecipazione, senza alcun dibattito. Sbaglio o gli stessi compagni di Rifondazione comunista sono rimasti, almeno all’inizio, un po’ perplessi? Questa candidatura decisa così – decisa sostanzialmente da Ottavio Navarra, che ha ritirato la propria candidatura, e da Claudio Fava che, d’accordo con Navarra e, suppongo, con altri soggetti, magari romani, ha posto la propria candidatura – non ha annunciato nulla di buono.

E infatti, puntuali come equazioni chimiche, stanno arrivando, uno dopo l’altro, gli effetti di una concezione della politica un po’ vecchia, fatta di furbizie, di ammiccamenti, di documenti “firmati” che impegnano, a parole, questo e quello, di fughe in avanti e, in ultima analisi, di liste che sembrano cucite su misura per personaggi, di certo autorevoli, ma non certo portatori di nuove istanze.

Sia chiaro: nulla contro i candidati delle liste di Fava. Il mio è un semplice ragionamento politico. Non ho nulla da dire sulla candidatura di Pino Apprendi, così come non ho nulla da dire sulla candidatura di Francesco Aiello. Sono, lo ripeto, personalità politiche stimabilissime.

Il fatto è che io avevo immaginato – a quanto pare sbagliando – un progetto politico diverso. Mi chiedo e chiedo: dove sono i ragazzi dei movimenti della sinistra che si riunivano nei mesi scorsi in tanti centri della Sicilia? Il problema non è essere alternativi al Pd, ma come essere alternativi al Pd. Se c’è un’alternativa culturale prima che politica, fatta di giovani generazioni, di ragazzi siciliani che guardano al futuro, immaginando un futuro diverso dal quello che il governo Crocetta e il Pd hanno creato in questi anni – un futuro da disoccupati o da emigrati – ebbene, allora il progetto, culturale, prima che politico, è interessante.

Ma se lo sguardo, con rispetto parlando, si rivolge al passato cambia tutto. E questa esperienza rischia di diventare un’alternativa al Pd, magari nel nome di D’Alema e Bersani che, giustamente, vogliono togliere a Renzi un Pd che, con lo stesso Renzi, è diventato uno squallido partito liberista, prono agli interessi dell’Europa antikeynesiana. È questo, alla fine, il motivo per il quale mi chiamo fuori da una battaglia politica certamente nobile che, però, non è la mia battaglia.

Angelo Forgia


A stretto giro arriva la risposta di Cento Passi per la Sicilia:

«Ci dispiace apprendere – per altro con forme abbastanza inusuali – le parole di Angelo Forgia, ma la nostra cultura politica ci impedisce di ragionare in termini di mercanteggiamento delle candidature e di richieste di garanzie. Proprio per questo, nella lista di Palermo che sarà chiusa stasera non compariva più il nome di Forgia. Appaiono abbastanza risibili le motivazioni politiche che adduce, proprio nel giorno in cui altri 40 giovani militanti e dirigenti del Pd decidono di sostenere il progetto di Claudio Fava e si aggiungono ai 200 giovani dem della provincia di Enna. Forse è proprio questo processo di allargamento che preoccupa qualcuno. Ci dispiace, ma noi pensiamo che la sinistra di cui ha bisogno la Sicilia non serva a garantire posti e posticini, ma a cambiare questa terra. Su queste basi noi siamo impegnati con forza e convinzione. Stasera saranno chiuse in una riunione regionale le nove liste provinciali e il listino regionale».


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