Il punto vendita del centro commerciale di Misterbianco ha chiuso i battenti sei mesi fa, senza che i lavoratori venissero ricollocati nelle strutture del gruppo Arena (Decò) che invece avevano assorbito altri impiegati. La protesta ora si è spostata in via Etnea
Licenziati Spaccio alimentare, sit-in in prefettura In vista un vertice con l’azienda e il Centro Sicilia
«L’Italia è una Repubblica democratica fondata sulla mancanza di lavoro». Il personale di Spaccio alimentare, la catena di supermercati e ipermercati, è sceso in strada oggi per manifestare in favore della salvaguardia dei propri diritti. In via Etnea, a pochi metri dall’ingresso della prefettura, sono circa una trentina. Tutti intenti a sventolare la bandiera dell’Ugl, il sindacato che da più di sei mesi – da quando il punto vendita del Centro Sicilia, il polo commerciale in territorio di Misterbianco, ha chiuso definitivamente i battenti – ha avviato la vertenza nei confronti della Distribuzione Cambria di Pace del Mela, la società che gestisce i supermercati della catena. E la cui dichiarazione di fallimento ha coinvolto, tra Sicilia e Calabria, più di 300 lavoratori.
Il sit-in di protesta, però, si è concluso con un mezzo risultato. Il tavolo di concertazione, potenzialmente previsto per oggi, slitta al 10 gennaio. Giorno in cui il prefetto ha convocato le parti in causa (il sindacato, la Distribuzione Cambria e i vertici del centro commerciale di contrada Tenutella), per trovare una soluzione alternativa che non si limiti all’applicazione dell’ammortizzatore sociale. La cassa integrazione, di cui i lavoratori stanno già beneficiando, scadrà il prossimo 20 gennaio.
Per questo la Cambria srl ha già provveduto a richiedere il rinnovo della Cigs (Cassa integrazione straordinaria) al ministero dello Sviluppo economico. Ma per le sigle sindacali non basta. «Inutile sperare nella concessione della proroga dell’ammortizzatore sociale – spiega il vicesegretario del settore terziario dell’Ugl Vito Tringali -, questa è un aiuto ma non risolve il problema». La richiesta dei sindacati si spinge oltre. «Chiediamo un ricollocamento», propone convinto Tringali.
A costringere le sigle a ricorrere alla prefettura è l’assenza dell’azienda ai tavoli sindacali. «Non abbiamo mai avuto chiarezza da parte dei privati – sottolinea piccato il vicesegretario Ugl – perché non si sono mai presentati ai tavoli di concertazione». Se è vero che 280 lavoratori sono stati già ricollocati a seguito della trattativa con il gruppo Arena (Decò), allo stesso modo ci sono ancora 80 dipendenti rimasti fuori.
Tra questi, oltre ai lavoratori del Centro Sicilia, anche quelli del polo commerciale Le Vele di Acireale. «Quello che ci preoccupa – prosegue – è che l’ammortizzatore scadrà e il personale dei punti vendita siciliani e calabresi rischia di rimanere a casa per sempre».