Le giornate Fai di primavera anche in Sicilia Tutti i luoghi da visitare, alcuni di solito chiusi

Un quarto di secolo, dedicato ai beni culturali italiani, da onorare con una grande festa di piazza. Due giorni tra chiese, ville, giardini e palazzi per celebrare le giornate FAI di primavera, giunte alla 25esima edizione consecutiva. Ricalcando lo spirito del National Trush, un’organizzazione che, da oltre cento anni, lavora per conservare e proteggere l’eredità storica e naturale d’Inghilterra, il Fai sprona ogni anno, nel primo week-end di primavera, milioni di italiani a godere del proprio patrimonio storico-artistico. 

Il 25 e 26 marzo con mille aperture straordinarie, in 400 località di tutta Italia, oltre 35mila volontari del Fondo per l’Ambiente italiano permetteranno a turisti e visitatori di fruire di luoghi solitamente chiusi al pubblico. Anche le nove province siciliane si sono mobilitate per questo straordinario evento, con seimila volontari pronti a illustrare le centinaia di iniziative volute dal FAI, in 115 siti siciliani. «Le giornate di primavera – afferma Rita Cedrini, capo delegazione FAI Palermo – richiameranno, ancora una volta, giovani e meno giovani a rimpossessarsi dell’orgoglio dell’appartenenza attraverso visite che sono tracce silenziose di una cultura millenaria». A questo link, divisi per provincia, tutti gli eventi. 

Nel capoluogo siciliano saranno ben otto i siti aperti al pubblico che sarà guidato da un’originale passeggiata dal nome Per le vie dell’antico Quartiere della Loggia (o Mandamento Castellammare). Il percorso, che partirà dalla Caserma Cangialosi, oggi sede della Guardia di Finanza, si concluderà nella sede regionale della Banca d’Italia, dove domenica 26 marzo è previsto un concerto a chiusura della manifestazione, curato dagli studenti del liceo statale Regina Margherita. Aperture straordinarie anche in Provincia, a cura dei gruppi FAI di Bagheria, Caccamo, Ciminna, Corleone, Piana degli Albanesi e nelle città di Carini, Castelbuono e Partinico

«A Catania abbiamo deciso di dedicare le giornate di primavera del FAI a Vincenzo Bellini e Giovanni Verga – spiega Antonella Mandalà, capo delegazione del FAI etneo -. La sede centrale ci ha chiesto di aprire i siti più significativi per la città e che, nelle passate edizioni, hanno riscosso maggior successo. La nostra scelta è caduta su nove siti fruibili a tutti e tre riservati ai soci: Palazzo Manganelli, la chiesa di San Martino dei Bianchi e la Casa del Mutilato, accompagnati da straordinari eventi collaterali». Al teatro Sangiorgi, nei pressi del Palazzo Manganelli, si esibiranno gli studenti del liceo musicale Turrisi Colonna di Catania, invece a Casa Verga, vicina alla chiesa dei Bianchi, i visitatori saranno accompagnati da una guida del polo museale e da un’attrice che reciterà dei brani tratti dalle opere dello scrittore siciliano

«Accanto a un bene fruibile da parte di tutti ci sarà un bene riservato ai soci – aggiunge Mandalà -. Un modo per creare un percorso comune che si spingerà fino a piazza di Santa Maria di Gesù, dove, nell’omonima chiesa, sarà possibile visitare un piccolo chiostro assolutamente sconosciuto». Anche quest’anno saranno gli studenti delle scuole a spiegare la storia e le bellezze dei luoghi scelti dal FAI. «Nella sola città di Catania abbiamo formato 700 ragazzi, con la collaborazione di presidi e insegnanti – prosegue Mandalà -. I nostri apprendisti ciceroni rappresentano un’esperienza altamente educativa, perché prima imparano a conoscere i monumenti e poi li spiegano agli altri». 

Siti aperti al pubblico anche nell’hinterland catanese. A Giarre sarà possibile visitare il museo etneo delle Migrazioni e la chiesa del Convento, detta anche delle Anime Purganti, normalmente chiusi al pubblico; a Riposto l’Istituto Tecnico Nautico Luigi Rizzo ospiterà un importante planetario e a Fiumefreddo sarà possibile accedere alla cosiddetta Torre Rossa, un edificio di epoca romana collocato all’interno di una zona archeologica quasi sconosciuta. «Ad Acireale ci sarà anche un’esposizione di abiti d’epoca all’interno del Palazzo Martino Fiorini – aggiunge Mandalà – e dal piccolo chiosco liberty, in piazza Lionardo Vigo, restaurato con l’aiuto del FAI centrale, si camminerà fino a Piazza Duomo, cuore pulsante della cittadina acese». 

Legate soprattutto all’aspetto educativo e conoscitivo, negli ultimi anni le giornate di primavera del FAI sono diventate fondamentali anche per raccogliere dei fondi destinati al restauro e alla conservazione dei beni culturali italiani. «A differenza di altre fondazioni – spiega Mandalà – il FAI acquisisce, o per lasciti o per donazioni, dei beni che recupera e rende fruibili. L’intero evento è retto da soli volontari e tutto il ricavato andrà alla fondazione per essere reinvestito sul territorio. Il valore aggiunto del Fai è proprio questo. Il chiosco liberty di Acireale – conclude Mandalà – è stato restaurato grazie al contributo di 30mila euro donato dalla sede centrale del FAI, e rappresenta l’esempio concreto della nostra mission: restituire bellezza a pezzettini d’Italia che altrimenti andrebbero del tutto perduti». 


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