Alfredo Martinico ha iniziato a 16 anni a fare il cartellaio, portava cartoni per riempirli di agrumi. Poi è passato a raccoglierli, fino al trasferimento in Toscana e a un'occupazione al mercato. «Mi sono iscritto all'università con mia figlia: lavoravo di notte e studiavo di giorno»
Laurea in legge a 63 anni dopo una vita tra le arance Da Lentini a Firenze, «il mio lavoro tema della tesi»
«Mi è sempre piaciuto studiare anche se da giovane per molti motivi non ho potuto concludere gli studi». Alfredo Martinico, 63enne originario di Lentini, ormai da 35 anni vive a Firenze, dove lo scorso 14 dicembre ha conseguito la laurea in Giurisprudenza. «È stata una sfida con me stesso – spiega a MeridioNews – mi sono detto “proviamo”, e così quando mia figlia era pronta per l’università ci siamo iscritti insieme. Adesso lei è registrata all’albo degli avvocati di Prato, io sono un dipendente dello Stato perché ho raggiunto i fini pensionistici».
Dal primo gennaio 2019, difatti, il neo dottore ha lasciato il suo lavoro al mercato ortofrutticolo di Firenze per andare in pensione. La sua carriera parte da lontano, dal 1971, quando viene assunto alla Nupral (Nucleo Produttori Agrumicoli Lentinesi) nella sua città natale. «Era un’azienda all’avanguardia, io avevo 16 anni e quello fu il mio primo contratto di lavoro – racconta – iniziavo alle cinque di mattina e tornavo alle nove di sera, in quegli anni Lentini era il centro agrumicolo della Sicilia e i giovani come me muovevano i primi passi come cartellai, portavo i cartoni agli impaccatori per riempirli di agrumi».
Martinico fa un tuffo nel passato e ricorda anche quando per le strade passavano «i scucciari, che compravano la buccia delle arance, tagliata a spirale dalle nostre mamme e poi lasciata esiccare, per realizzarci profumi, canditi e tanto altro». La nostalgia si trasforma in amarezza quando si rende conto che quei tempi sono scomparsi. «Fino a quando ero ragazzo in città c’era il via vai di camion carichi di agrumi, Lentini vantava un organico di migliaia di persone che lavoravano nei vari magazzini e che hanno potuto costruire la prima casa nel centro abitato e la seconda a mare, oggi mi chiedo perché non è più così, cosa sia successo di anomalo anche guardando più in generale al mercato agrumicolo siciliano che ha perso molta valenza, perché non si è riusciti a pubblicizzare in modo adeguato il prodotto, secondo me uno dei migliori al mondo».
«Abbiamo subito una forte influenza dalla Spagna – denuncia – che dopo aver preso il predominio dei mercati europei, è arrivata ad impadronirsi anche del nostro mercato interno, forse perché i rappresentanti, sia in Italia sia a Bruxelles, non hanno fatto valere le aspettative dei nostri produttori che, ad oggi – sostiene il 63enne – non riescono a vendere il loro prodotto, e quando ci riescono devono darlo via a una cifra irrisoria. Un esempio? Le arance vendute al discount: cinque chilogrammi a 4,90 euro già confezionate. Ciò vuol dire che il prodotto in campagna viene pagato probabilmente 25 centesimi, 30 al massimo – aggiunge – ma deve essere di qualità. Mentre dall’altro lato abbiamo le arance spagnole che sul mercato si vendono a 70 o 80 centesimi».
Negli anni del boom economico di Lentini, Alfredo svolge anche la mansione di raccoglitore di arance, fino a quando insieme al fratello e al cognato apre un’azienda agrumicola, che poi ha chiuso i battenti dopo che lui si era già trasferito a Firenze: è qui che, forte della sua esperienza, viene contattato da una ditta che gestisce gli acquisti all’interno del mercato ortofrutticolo, «dove ho lavorato fino al 2000, cioè fino alla scissione dei soci dalla quale è nata la Giotto Fruit. In questa – continua – sono stato assunto come responsabile degli acquisti, ruolo che ho ricoperto fino al 2013, quando sono passato alla Framafruit, un’altra azienda dove ho svolto la mansione di responsabile alle vendite sempre all’interno del mercato ortofrutticolo, di notte, perché in quelle ore si approvvigionano i vari compratori».
Il suo mestiere, alla fine, è diventato il tema della sua tesi di laurea, dal titolo La disciplina del lavoro notturno, «un argomento che mi interessa da vicino – specifica – in particolare mi premeva capire se potevo ottenere i requisiti del lavoro usurante, agganciandomi al decreto legislativo 67 del 2011» che permette a chi svolge professioni particolarmente pesanti di accedere al pensionamento anticipato. Beneficio che alla fine Martinico ha ottenuto, «grazie all’aiuto dell’avvocato Pippo Cardillo e di mia figlia che mi hanno aiutato anche coi rapporti con l’Inps». Entrambi erano al suo fianco quando si è laureato all’Università degli studi di Firenze, insieme alla moglie, alla nuora e al genero.
Un traguardo importante raggiunto nonostante gli impegnativi orari lavorativi, proprio quindici giorni prima della pensione. «Andavo a dormire alle cinque del pomeriggio – sottolinea – mi alzavo a mezzanotte e poi tornavo a casa intorno alle undici di mattina, per cui dedicavo circa quattro ore al giorno allo studio, i libri me li passava mia figlia. Mi ci voleva un po’ di più per preparare un esame ma a una certa età non potevo di certo presentarmi davanti al professore e fare una figura da fesso – conclude il 63enne – per cui mi davo le materie solo quando mi sentivo preparato».