L’accordo Musumeci-Toti per aggirare il decreto Dignità Gli informatici della Sanità a carico di Liguria digitale

Chi pensava che, da un giorno all’altro, otto informatici liguri sarebbero partiti alla volta di Palermo per colonizzare gli uffici regionali alla Sanità, soppiantando di fatto i tecnici siciliani, può tirare un sospiro di sollievo. Le rassicurazioni sui contorni del decreto pubblicato a fine ottobre dal dipartimento della Pianificazione strategica dell’assessorato guidato da Ruggero Razza arrivano tanto da Palermo quanto da Genova: non ci sono posti di lavoro a rischio. Semmai in agenda, in queste settimane, c’è stato un altro tema: come di fatto aggirare i paletti imposti dal decreto Dignità, che l’anno scorso è diventato legge accompagnato dall’entusiasmo di Luigi Di Maio, in quel momento ministro dello Sviluppo economico.

Per comprendere bene la vicenda bisogna fare un passo indietro. Il 30 ottobre il dirigente generale Mario La Rocca ha dato l’ok allo stanziamento di oltre 689mila euro – dei quali quasi 173mila immediatamente liquidabili come acconto – per finanziare la collaborazione tra le società partecipate Sicilia Digitale e Liguria Digitale, all’interno del più ampio protocollo d’intesa che ha visto la luce a gennaio, grazie anche ai buoni rapporti che legano Nello Musumeci al governatore ligure Giovanni Toti. Obiettivo del protocollo è favorire lo sviluppo dell’Agenda digitale, nella consapevolezza che a beneficiare dello scambio è proprio la Sicilia. 

Fin qui tutto bene. Ad allarmare però è stato il fatto che la richiesta di aiuto è stata inviata a Genova sei mesi dopo il mancato rinnovo da parte di Sicilia Digitale dei contratti agli otto informatici che per lungo tempo, in alcuni casi addirittura da oltre un quindicennio, hanno lavorato all’assessorato alla Sanità. Svolgendo il delicato compito di raccolta e trasmissione dei dati sui flussi sanitari. Informazioni necessarie a tenere sotto controllo l’andamento dei servizi dati al cittadino, ma al contempo fondamentali per avallare le richieste di fondi al governo nazionale. Il motivo del mancato rinnovo va cercato nelle pieghe del decreto Dignità che, con l’intento di combattere il precariato, ha imposto paletti rigidi sulla possibilità, anche per le società pubbliche, di rinnovare i contratti di lavoro somministrati. Ovvero quelli stipulati tramite le agenzie interinali. Paletti che nel caso degli informatici della sanità – ma nell’organigramma di Sicilia Digitale ne risultano altri 28 – sono stati tutti abbondantemente superati, nonostante il contratto collettivo nazionale dei lavoratori metalmecannici consenta una possibilità di rinnovare i rapporti di lavoro maggiore rispetto ad altre categorie.

Tuttavia un escamotage ci sarebbe e in questi mesi ha preso piede tra i corridoi della Regione. La soluzione passerebbe da una presa in carico da parte di Liguria Digitale dei lavoratori siciliani. A pagarli, dunque, sarebbe ufficialmente la società genovese guidata dall’amministratore unico Paolo Piccini che però, a sua volta, potrà fare affidamento sui fondi messi a disposizione dalla Regione Siciliana nell’ambito della convenzione. L’ipotesi, al momento non ancora ufficializzata, è tutto fuorché esclusa da Liguria Digitale. «L’intento è senz’altro quello di valorizzare le risorse presenti sul posto, tecnici che lavorano da anni in quegli uffici e hanno competenze importanti – fanno sapere a MeridioNews dall’ufficio stampa della partecipata ligure -. Da parte nostra metteremo a disposizione il nostro know-how e l’esperienza che ci è riconosciuta. Chiaramente non mancheranno momenti di confronto e collaborazione diretta tra i nostri tecnici e quelli siciliani».

Al netto di nuovi cambi della normativa, quindi, per gli ormai ex informatici di Sicilia Digitale lo spettro della perdita del lavoro potrebbe allontanarsi. Tuttavia si tratterebbe comunque di una soluzione tampone: il progetto di assistenza informatica ha una durata, che per quanto rinnovabile, di 16 mesi. E comunque vincolata al debutto del SI-ACT, sistema informatico in corso di sviluppo e sperimentazione all’Asp di Trapani che dovrebbe garantire l’autonomia nella gestione dei flussi.

Sulla posizione degli informatici siciliana interviene il segretario generale Nidil Cgil Palermo Andrea Gattuso. «Operano in assessorato da circa 18 anni con compiti delicati. Da quasi un anno i loro contratti sono scaduti e chiediamo che rientrino al più presto possibile». Il sindacato rinnova all’amministrazione regionale una proposta. «Da anni chiediamo per questo personale, storicamente precario, soluzioni di stabilizzazione attraverso un concorso o al limite con l’utilizzo della somministrazione a tempo indeterminato (staff leasing) al fine di garantire un servizio fondamentale per la Regione e salvaguardare le loro professionalità. Ci preoccupa che nella delibera l’orizzonte tracciato è il 2021, non vogliamo ritrovarci tra due anni ad affrontare – conclude Gattuso – l’ennesima emergenza che va avanti da quasi vent’anni».


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