Questa la ricetta della leader nazionale della Cisl nel capoluogo e nell'Isola stritolate dalla crisi. Da Termini imerese a Carini, dall’ex stabilimento Fiat all’Italtel sono tante, infatti, le vertenze ancora aperte: «Il dramma è questo. Il tema dell'occupazione, in modo particolare per i giovani, è centrale»
La sete di lavoro e la disoccupazione in crescita Furlan: «Sbloccare investimenti per vera svolta»
«Sbloccare gli investimenti e far ripartire subito le infrastrutture per ridare speranza alla Sicilia e ai giovani». Questa la ricetta della leader nazionale della Cisl Annamaria Furlan per assicurare «una svolta importante al Paese», che non può prescindere dal Sud e dall’Isola, dove ancora si concentrano «i numeri più alti della disoccupazione, soprattutto quella giovanile». Da Termini imerese a Carini, dall’ex stabilimento Fiat ora Blutec all’Italtel, passando dai cantieri navali a 4U, sono tante, infatti, le vertenze che affliggono il capoluogo siciliano: «Il dramma è esattamente questo: tanti, troppi disoccupati soprattutto giovani uomini e donne. Per dare il futuro al Paese dobbiamo creare le condizioni di impiego per questi ragazzi. Ogni anno, in modo particolare dalle regioni del Sud, in migliaia di ragazzi devono portare la loro intelligenza in altri Paesi. Il tema del lavoro, quindi, è centrale per i ragazzi».
Un rilancio che dovrebbe cominciare, per la numero uno della Cisl – oggi nel capoluogo siciliano in occasione dell’Rsu day del pubblico impiego al Palace Hotel di Mondello – proprio con gli investimenti nel Mezzogiorno: «Le agevolazioni per le imprese che creano occupazione e assumono sono sempre strumenti validi – dice – Però, innanzitutto, bisogna crearli i posti di lavoro. E questo si fa con investimenti importanti innanzitutto infrastrutturali, ma anche sulla conoscenza». Su questo punto, dal nuovo governo che dovrebbe vedere la luce nei prossimi giorni – in queste ore sono inizaite le consultazioni con il presidente della Repubblica Mattarella – pretende più attenzione per il Mezzogiorno: «Non c’è ombra di dubbio, e credo che il risultato elettorale sia chiaro: il Sud reclama dignità, vuole partecipare e farlo a pieno titolo al futuro di questo Paese. Partiamo proprio da qui, dagli investimenti in questa importante parte del nostro Paese mettendo al centro il tema del lavoro».
Per Furlan, tuttavia, la strada per un rilancio dell’economia non passa solo attraverso un potenziamento delle infrastrutture: «La Sicilia come tutto il Paese deve innanzitutto investire sul lavoro che significa investimenti seri e importanti sulle infrastrutture» ma, in modo particolare, in questa regione occorre puntare «sulla ricerca, sull’innovazione sulla formazione dei lavoratori e delle lavoratrici, combinando anche un dialogo molto più intenso tra la scuola e il lavoro, utilizzando, quindi, l’alternanza scuola lavoro. Questo è l’augurio che rivolgiamo alla Sicilia e atutto il Paese. Siamo in un momento particolare, aspettiamo la formazione del nuovo governo – aggiunge – La priorità degli italiani e delle italiane è il lavoro, di questo dobbiamo esserne tutti consapevoli e responsabili».
A darle manforte, il segretario generale della Cisl Sicilia Mimmo Milazzo per il quale «è necessario andare avanti con riforme coordinate tra il mondo della politica e con le parti sociali, per superare le criticità di un sistema che arranca da parecchi anni». Secondo Milazzo, la politica deve rispondere alle esigenze della comunità e «la nostra ha bisogno di lavoro. Visti i tassi di disoccupazione giovanile, in particolare quello giovanile, bisogna spendere risorse di cui la Regione ha disponibilità, dai fondi europei al Patto per il Sud, dai fondi di coesione nazionale che ammontano a oltre 15 miliardi. Bisogna creare quelle infrastrutture viarie e ferroviarie che sono fondamentali per lo sviluppo e poi bisogna investire sui giovani, senza non c’è futuro». Proprio su questi punti, rispetto al lavoro svolto da Musumeci nei primi mesi di governo, riserva un giudizio «un po’ freddino» e chiede di fare presto: «Comprendiamo le difficoltà del momento, manca la legge di bilancio del 2018, però bisogna accelerare il passo perché non possiamo perdere troppo tempo».