«Ringrazio il segretario nazionale Enrico Letta, il segretario regionale Anthony Barbagallo, la direzione, i circoli, i militanti e tutta la comunità del Partito democratico, una comunità di idee e valori, per la fiducia riposta in me nell’affidarmi una così grande responsabilità, che è innanzitutto quella di progettare attraverso l’ascolto, di mettere al centro le persone per costruire con loro una proposta di governo ampia e coinvolgente. Lo farò con tutte le mie energie, con lo stesso spirito di servizio alla collettività che ha sempre caratterizzato il mio impegno civico e con la voglia di lavorare per la terra che amo, la Sicilia».
Queste le prime parole di Caterina Chinnici dopo la scelta del Partito democratico di candidarla alle primarie della coalizione di centrosinistra, il cui voto è previsto per il prossimo 23 luglio, in vista delle regionali. A fare il nome di Chinnici è stato, nel corso della sua relazione alla direzione regionale in corso a Palermo, il segretario regionale Barbagallo. Al termine dei lavori la relazione del segretario è stata approvata con un solo astenuto. «Riconosco a in lei – ha detto Barbagallo durante il suo intervento all’Astoria Palace Hotel – una evidente capacità inclusiva e di ascolto di tanti mondi che cercano una candidatura disponibile che allarghi il campo. Le primarie sono utili se non sono soltanto una prova muscolare ma soprattutto – ha proseguito – se diventano le primarie delle idee, della partecipazione e una festa per includere il più possibile». Per Chinnici, figlia del magistrato Rocco ucciso dalla mafia nel luglio 1983, non è l’esordio in politica. Dal 2014 è europarlamentare eletta nel Pd e iscritta nel gruppo dei Socialisti e dei Democratici. Dal 2009 al 2012 è stata assessora regionale dell’allora presidente Raffaele Lombardo.
«Sono contento che anche il Pd abbia indicato la propria candidatura. Con Chinnici, a cui do il mio affettuoso benvenuto in queste primarie, avremo l’occasione per confronti concreti e intensi. Sarà un primo passo verso la campagna per le elezioni regionali d’autunno, che promettono un cambio definitivo di marcia per la Regione e per i siciliani», commenta Claudio Fava.
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