La foto di Augusta che sta facendo il giro del mondo Autore: «Non un gesto cattivo ma solo un’indicazione»

Un poliziotto sul molo del porto di Augusta. Le due braccia alzate e gli indici a indicare una direzione. Ai suoi piedi due bambini africani appena sbarcati, uno di loro con lo sguardo verso l’alto, a guardare quell’uomo in divisa e con la mascherina sul volto che sembra volergli comunicare qualcosa. È lo scatto del fotografo catanese Antonio Parrinello che in queste ore sta facendo il giro del mondo. Il quotidiano tedesco Bild l’ha messo in evidenza in un articolo che ha per titolo: «Indietro, marsch. Così l’Europa accoglie i bambini che scappano dalle guerre». Facendo quindi della foto il paradigma negativo della non accoglienza. 

«Ero abbastanza lontano – racconta a MeridioNews Parrinello – non so se l’agente ha detto qualcosa a quei due bambini che stavano giocando ai suoi piedi. Ho avuto la sensazione che non fosse un comando, ma un’indicazione: lì accanto, in fila insieme ad altri migranti, c’erano le mamme di quei due piccoli. Per chi non era presente in effetti può sembrare un respingimento, io ho avuto l’impressione che fosse un gesto d’attenzione». Lo scatto è stato realizzato due giorni fa. «Poco prima – continua il fotografo – un altro bambino, un po’ più grande, girava attorno al poliziotto che è rimasto a guardare. Il suo ruolo lì era, una volta finite alcune operazioni, indicare a quei migranti il percorso da seguire per raggiungere la prima struttura di accoglienza».

La fotografia, grazie all’agenzia Reuters, è stata pubblicata da molti siti e giornali. «Negli ultimi anni – continua Parrinello – ritrovo i miei scatti su quotidiani americani, come il New York Times, il Times e il Washington Post». Uno di questi ha contribuito all’assegnazione del premio Pulitzer, nella categoria Breaking news, alla Reuters. Si tratta dell’immagine di una donna, sbarcata al porto di Catania, che si copre il volto con una mano su cui è ben evidente il numero di identificazione scritto dalla polizia. «Una bella soddisfazione – precisa il fotografo -, tra l’altro Catania è il porto dove vengono messe più restrizioni per avvicinarsi ai migranti, cosa che non avviene nelle altre città siciliane, lavorare è quasi impossibile».

Da mesi, come molti giornalisti e fotografi siciliani, Parrinello si ritrova a raccontare il mondo che passa dall’Isola. «Nel grosso, nell’insieme, ogni sbarco è uguale agli altri, sempre con le stesse procedure – racconta – invece ogni sbarco ha una storia a sé che bisogna andare a cercare, ogni volto è diverso, ogni paio di occhi raccontano emozioni e sentimenti differenti: il dolore, la felicità di essere arrivati, la gioia. Ma soprattutto bisogna cogliere l’istante della gestualità, evitare l’immagine statica e stare attenti ai movimenti, come dimostra la storia del poliziotto e del bambino. Seguire i gesti tra due migranti o tra la mamma e il suo bambino – conclude – può raccontare molto». 


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