Lassociazione per non vedenti Univoc ha voluto celebrare, martedì 3 marzo, limminente Festa delle Donne insieme ad Elvira Seminara ed al suo ultimo libro- El día de la mujer, el desnudo de L'indecenza - Linconsapevole indecenza di Ludmilla
La festa delle donne, ovvero lo svelarsi de Lindecenza
Nella settimana dell’anno in cui gli uomini si spogliano maggiormente di fronte agli occhi curiosi di migliaia di italiane, la scrittrice catanese Elvira Seminara ha deciso di partecipare alla festa femminista svelando la sua ultima opera in compagnia di alcune donne non vedenti. Un modo di festeggiare atipico all’apparenza, in questi giorni in cui i locali degli uomini si riempiono di lunghe chiome e tacchi a spillo.
L’evento ha preso inizio con un atto di denuncia contro i media che ultimamente diffondono messaggi allarmisti in relazione alla sicurezza delle donne. “Quello che vogliono è che ci chiudiamo in casa, ma noi non possiamo permetterlo”, dichiara la direttrice dell’associazione.
Nonostante il clima che si respira, saranno sicuramente poche le donne che rimarranno in casa questo fine settimana. Cena, discoteca e uomini riservati alle donne: è questo il pacchetto completo con il quale si celebra nel ventunesimo secolo la lotta per la parità dei diritti della donna. Più una festa consumista per alcuni, un vero e proprio giorno di celebrazione per altri. Differenti sensibilità nel percepire un giorno comune.
Allo stesso modo, comune e diversamente inteso è il termine ‘indecenza’ per i tre personaggi del libro di Elvira Seminara. “Tutti e tre, in momenti diversi del romanzo, pronunciano la parola ‘indecenza’ ma ognuno con un significato diverso” racconta la scrittrice. ‘L’indecenza’ è una storia claustrofobica che si snoda tra le pareti di una sola abitazione durante i mesi estivi.
La mancanza di comunicazione tra i personaggi e l’ambiente che li circonda generano nel lettore confusione e ambiguità. “Non si sa veramente cosa accade in quella casa” afferma una delle lettrici intervenute alla presentazione del libro. Proprio perché il libro, come la vita e la giornata delle donne, diventa quello che ognuno di noi vuole che sia.