La carica dei 700 di Ferrandelli nelle 4 liste civiche «Siamo in marcia per vincere, radicati nei territori»

La carica dei 700 di Ferrandelli. Tanti sono i candidati che le quattro liste civiche per il Consiglio comunale e le quindici per le Circoscrizioni presentate oggi al Golden portano in dote al candidato sindaco del centrodestra su un totale di oltre mille candidati finora selezionati. «Siamo in marcia per vincere ma per me è già una vittoria avervi tutti qua, siete 700 combattenti che vogliono liberare questa città».

È una presentazione diversa dalle altre: sul palco del cinema di via Terrasanta scorrono decine di volti sorridenti e l’ex deputato regionale scorre pagine e pagine di nomi e cognomi. Inevitabilmente c’è meno spazio per le polemiche di queste settimane. Prima di entrare Ferrandelli prova a dribblare le domande dei cronisti: «Concentriamoci sulla città, altrimenti questa campagna elettorale rischia davvero di impoverirsi, basta insulti».

Dal palco, però, una stoccata al rivale numero uno Leoluca Orlando non può mancare, ripensando ai sospetti rilanciati dal Professore dopo che l’avvocato Claudio Volante, candidato di Ferrandelli («lo presentiamo oggi», assicura), ha raccolto nel suo studio legale, che è anche sede di un comitato elettorale, i curricula di decine di precari: «Vogliamo parlare – controbatte – degli autisti assunti all’Amat o degli accordi sindacali in piena campagna elettorale? O della pubblicità fatta attraverso i canali istituzionali?».

Poi si torna a parlare delle liste, «composte per l’80 per cento da under 40, la candidata più giovane è nata nel 1998». Nella lista Palermo prima di tutto, che raggruppa tra gli altri i commercianti contrari alla Ztl, ci sono tre animalisti come Salvo Libero Barone, Antonella Lo Curto e il fotografo Franco Lannino (del gattile Ediga), poi Marcello Robotti di Vivo Civile, uno dei ricorrenti al Tar contro la zona a traffico limitato, il dipendente Rap ed ex Mov 139 Maurizio Lombardo e ancora l’ex M5S Francesco Vicari.

Tra i Coraggiosi, espressione del movimento fondato due anni fa dopo le dimissioni dall’Ars, diversi ex Pd come Giovanni Randisi, Calogero Tanania, Marco Marceca, Giovanni Tarantino, Piero Pellerito e Cesare Mattaliano, ma anche l’imprenditore edile Germano Pettinato e la modella Alice Amato. 

Il big sponsor della lista Per Palermo con Fabrizio, quella dal taglio più politico, è l’ex di Cantiere Popolare Marianna Caronia. In elenco anche Alessandro Anello (ex Ncd), l’ex Grande Sud Angelo Lo Presti, l’ex Mpa Pietro Garonna, Alessandro Azzimati, il socialista Raffaele Loddo, il preside dell’istituto “Seneca” Nicola De Marco, l’ex Fi Agostino Genova.

Tra i nomi di Palermo al centro Fabio Niosi, ex assessore ai Progetti Internazionali di Alto Nanay in Perù, la ristoratrice Daniela Blandi, il docente di informatica Giuseppe Abbruscato, Francesco Galifi, sindacalista di Banca Carige, Fabio Riccobono, ufficiale dell’esercito e psicologo, e Paolo Fiore, rappresentante di prodotti alimentari. La lista nasce dall’unione di due forze, Palermo al centro Forza Palermo, e unisce professionisti, imprenditori, commercianti, operai e anche tifosi.

«Se mi sento favorito? Mi sento ben radicato nei territori – dice l’ex Pd -. Conosciamo lo stile paludoso dei nostro avversari, noi invece siamo qui per fare. Voglio concentrarmi sulle proposte e non sulle proteste sterili degli altri, farò come Ulisse legato al palo che non ascolta il canto delle sirene: la correttezza è il mio stile. Il sindaco bisogna farlo 365 giorni all’anno – attacca -, invece di aspettare l’ultimo mese di campagna elettorale per andare nelle periferie. Quando mi sono dimesso nel 2015 molti dicevano che il nostro movimento non avrebbe superato l’estate, invece ora siamo pronti a scrivere l’estate di Palermo».

«Non posso accettare – continua Ferrandelli – che il sindaco uscente dica che la città rischia un governo mafioso. Abbiamo delle storie da difendere e nessuno può permettersi di buttare fango, non è screditando l’avversario che si vince. Non possiamo accettarlo perché siamo stati rigorosi con la richiesta di requisiti etici e morali. Noi abbiamo la faccia come il cuore, ognuno guardi a casa propria. La mia amministrazione – conclude – si giocherà tutta sul decentramento reale e amministrativo. Una promessa ad oggi mai mantenuta». In fondo alla sala, defilato da semplice spettatore, anche il presidente della Camera di Commercio Alessandro Albanese. 


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