Facile da imparare, poco ingombrante, permette di fare salti acrobatici. Stiamo parlando dello sport acquatico, a metà strada tra il windsurf e il wakeboarding, che ha letteralmente messo le ali dal 1999 ad oggi e che fa salire ladrenalina a mille
Kitesurf, sulle ali del vento
Chi non ha mai sognato almeno una volta di farsi trasportare dal “soffio del vento?”. Col deltaplano, in barca a vela, o con altri sport. Per i più patiti esiste anche un altro sport acquatico: il kitesurf, l’eccitante disciplina, ibrido tra l’aquilonismo da trazione e il surf.
Esploso nel 1999 sulle spiagge di Maui, alle Hawaii, sta dilagando sempre più anche sulle nostre. Da poche centinaia di pionieri, perlopiù francesi e hawaiani, che hanno iniziato a praticarlo e a farlo conoscere nel mondo, oggi si contano milioni di praticanti che si lasciano cullare dalle onde a bordo delle loro ali marine.
E’ un felice connubio di sci nautico, wakeboard e windsurf. In sostituzione della tradizionale vela, utilizza la potenza del vento sviluppata da aquiloni manovrabili con una barra a due o a quattro cavi – collegati alla tavola – lunghi e sottili in dyneema o spectra.
All’incredibile capacità di traino, paragonabile a quella di un potente motoscafo, l’aquilone aggiunge anche la trazione verticale, permettendo agli atleti salti acrobatici inimmaginabili, anche con poco vento e senza la presenza delle onde, prima indispensabili.
Quella di poter fare salti acrobatici è solo una delle caratteristiche che hanno reso questa disciplina alla moda. Il kite è facile da imparare, più del windsurf; permette di lasciare a casa l’attrezzatura ingombrante – tipo pinnette, boma, albero e altro – si ripiega in uno zaino, le linee (o cavi) si arrotolano sul kite stesso e la tavola che si usa è piccola come quella da wakeboard. Infine, con due kite, dalle metrature differenti, si riesce a coprire quasi tutte le condizioni del vento senza doversi portare dietro una veleria intera.
Ma oltre al fascino questo sport acquatico possiede una buona dose di pericolosità, quindi nell’imparare a praticarlo è ‹‹essenziale la qualità dei materiali e la professionalità degli istruttori››, ci dice Alessandro, un istruttore che lo pratica ormai da svariati anni, che coglie l’occasione per darci qualche informazione sui corsi. Il “corso base allievo” dura 4 lezioni (collettivo massimo 4 persone) con vento da 5 a 14 nodi; per ottenere il patentino, invece, occorrono ulteriori 4 lezioni e il vento che sia da 12 a 16 nodi; per la patente agonistica si richiede vento da 12 a 20 nodi, lezione di 4 ore con gommone appoggio, vento forte, salto base, allenamento con percorso su boe e partenza senza assistenza. Per coloro che preferiscono invece corsi personalizzati e individuali è disponibile un personal trainer che creerà un corso ad “hoc” al fine di soddisfare ogni specifica esigenza.