«Per noi è fondamentale che quei locali non continuino a rimanere chiusi». Lo hanno ribadito anche ieri gli attivisti e le attiviste del consultorio autogestito Mi Cuerpo es Mio e dello Studentato 95100, sgomberati all’inizio di dicembre, nel corso dell’incontro con il sindaco Enrico Trantino. «Dopo tutto quello che è successo – commenta Lara Torrisi […]
Consultorio sgomberato a Catania: «Il sindaco non ha un progetto, noi siamo pronti a riprendere le attività»
«Per noi è fondamentale che quei locali non continuino a rimanere chiusi». Lo hanno ribadito anche ieri gli attivisti e le attiviste del consultorio autogestito Mi Cuerpo es Mio e dello Studentato 95100, sgomberati all’inizio di dicembre, nel corso dell’incontro con il sindaco Enrico Trantino. «Dopo tutto quello che è successo – commenta Lara Torrisi del consultorio – continuiamo a ribadire l’urgenza di riaprirli proseguendo lì le attività. Ieri sembra essersi aperto un percorso per la riapertura dello stabile, che proseguirà per tutto il mese di febbraio. Sarà necessario – aggiunge – vigilare insieme su questo percorso e mantenere alta l’attenzione».
Luoghi che per quasi sei anni hanno ospitato progetti di supporto e contrasto alla violenza di genere e che, due mesi fa, sono stati sgomberati. Dopo l’annullamento improvviso di un primo appuntamento e l’interruzione di un Consiglio comunale da parte degli attivisti e delle arriviste, il primo cittadino ha incontrato una delegazione. «Nelle prime dichiarazioni successive allo sgombero – ricorda Torrisi – il sindaco aveva detto che lo stabile (di via Gallo e via Sant’Elena, ndr) avrebbe ospitato gli uffici comunali ma, come avevamo previsto, questa ipotesi è risultata irrealizzabile. L’amministrazione comunale – afferma la volontaria del consultorio – non ha un progetto, noi invece sì».
Dopo una passeggiata partita dai locali del consultorio, in piazza Duomo si è tenuto un presidio animato da un centinaio di persone che rimaste fuori dal Comune in attesa della fine dell’incontro. «La discussione si è incentrata sulla riapertura dei locali e la necessità di proseguire le attività – spiegano dalla delegazione – a maggior ragione dopo i fatti avvenuti alla villa Bellini (lo stupro di gruppo ai danni di una 13enne, ndr) che hanno palesato quanto i luoghi di prevenzione e contrasto della violenza di genere siano indispensabili nella città di Catania».