Il titolare del Viminale è a Sant'Agata di Militello per testimoniare la presenza dello Stato in un territorio scosso dall'agguato al presidente del parco dei Nebrodi. «La mafia è disposta a tutto pur di non rinunciare ai soldi, è un topo nel formaggio. Laddove ci sono i soldi c'è un tentativo di infiltrarsi»
Il ministro Alfano presiede comitato sicurezza «Da domani 12 reparti per catturare i mafiosi»
«Arriveranno in questo territorio dodici reparti di prevenzione crimine. Tre domani e nove lunedì. E lunedì è il giorno dell’anniversario di Giovanni Falcone: non è un caso». Il ministro Angelino Alfano annuncia la caccia agli uomini, quelli che la notte tra martedì e mercoledì hanno provato a uccidere a colpi di fucile il presidente del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci. Già oggi squadre speciali hanno controllato casolari e boschi della zona dell’agguato, tra San Fratello e Cesarò. «La prossima sfida è catturare i mafiosi – ha detto il titolare del Viminale, arrivato a Sant’Agata di Militello, dove ha sede il parco, per presiedere uno straordinario comitato per l’ordine e la sicurezza -. Io sono qu per dare tutta la spinta e tutta la forza alle forze dell’ordine e sostegno alla magistratura messinese per catturare chi voleva uccidere Antoci».
Alfano ha parlato «di un ulteriore attacco allo Stato. Ma questa volta – ha sottolineato – hanno perso la sfida. Il coraggio del presidente Antoci che ha sfidato la mafia, e la solerzia e la capacità e l’efficienza delle istituzioni dello Stato che hanno capito che era un soggetto in pericolo, e l’intervento dei ragazzi della scorta hanno fatto sì non solo che l’attentato non venisse portato a termine ma che si accendessero i riflettori su questo territorio e sulla sfida alla mafia di Antoci». La presenza del ministro per dire «che lo Stato non fa un passo indietro, al limite due avanti».
Antoci ieri ha sottolineato che «una parte della politica forse non ha capito la gravità della situazione, forse per mancanza di capacità». Messaggio che dopo il rischio corso dal presidente, risuona adesso chiaro, dalla voce di Alfano. «La mafia è disposta a tutto pur di non rinunciare ai soldi, è un topo nel formaggio. Laddove ci sono i soldi c’è un tentativo di infiltrarsi».
Quindi il ministro ha ricordato l’importanza del protocollo di legalità siglato dalla Prefettura di Messina, dal parco dei Nebrodi, dai Comuni che ne fanno parte e dalla Regione siciliana, che ha cambiato le regole per partecipare alle gare di affidamento dei terreni, imponendo l’obbligo di presentare la certificazione antimafia. «Noi – ha detto il ministro – pensiamo che tutto abbia origine da lì. È cominciato da quella squadra che ha messo tutte quelle firme non simbolicamente ma praticamente, per far cambiare direzione alla gestione. Da un’azione che anche la Regione sta completando e sta compiendo».