Il ‘listone’ di Fli e il ‘no’ di Miccichè

L’unica cosa certa è che saranno insieme. Ma non è affatto certo che saranno nella stessa lista, anzi nel ‘listone’, come ha chiesto ieri sera Carmelo Briguglio durante i lavori del coordinamento regionale di Futuro e libertà celebrato a Palermo.

Briguglio verrebbe una lista unica con dentro Grand Sud di Gianfranco Miccichè, Partito dei Siciliani di Raffaele Lombardo, Mpa di Riccardo Savona e, naturalmente, Futuro e libertà (Fli). Briguglio ha spiegato che Fli sarebbe disposto a rinunciare al proprio simbolo. In realtà, i vertici di questo Partito temono di non raggiungere il 5 per cento.

Nemmeno la lista composta da Fli e Mpa di Savona infonde coraggio ai vertici di Fli: da qui la richiesta di confluire n un’unica lista che garantirebbe il rientro all’Ars, anche se non per tutti i parlamentari uscenti. Va detto, infatti, che, anche in una lista unica, Fli avrebbe problemi. Vediamo perché.

A Trapani Fli conta su due parlamentari che, nel 2008, sono stati eletti in liste diverse: Paolo Ruggirello e Livio Marrocco. Anche in una lista unica è quasi impossibile che i due risultino entrambi eletti. ne passarebbe solo uno: quello che prendrebbe più voti.

La stessa cosa avverrebbe se Fli si presentasse alle prossime regionali da solo o in coppia con l’Mpa di Savona: nel collegio di Trapani – con il Partito che ovviamente supera lo sbarramento del 5 per cento – verrebbe eletto o Ruggirello o Marrocco.

La sessa cosa si pone nel collegio di Palermo. Dove dei due candidati – Riccardo Savona e Alessandro Aricò – ne verrebbe eletto uno solo dei due (a meno di un improbabile miracolo elettorale).

E allora? La lista unica risolverebbe solo una parte problemi di Fli. Per non parlare del fatto che Gianfranco Miccichè, leader di Grande Sud e candidato alla presidenza della Regione (ad appoggiare la sua candidatura, oltre al suo Partito,ci sono il Partito del Sud, Fli e Mps), non sembra entusiasta della proposta di Briguglio.

E’ probabile che si opti per una diversa soluzione: Miccichè verrebbe sempre sostenuta da tre liste: Grande Sud, Partito dei Siciliani e Fli più Mps. Quest’ultima lista verrebbe rafforzata con l’innesto di candidati di peso che consentirebbero all’accoppiata Fli-Mps di superare senza problemi il 5 per cento.

Dal suo blog, intanto Fabio Granata, vice coordinatore nazionale di Fli, manifesta i suoi dubbi su un accordo politico che sembra non andargli tropo a genio.

“Oggi (ieri per chi legge ndr) nessuno ha dato il via libera a liste uniche o al voto a Miccichè… – scrive Granata – chi vuole speculare su questioni chiare e oggettive per attaccare me e la mia comunità non ha più alcun alibi… sembra quasi che godiate nel sottolineare presunte incoerenze. Non ho parole… ma neanche il beneficio della buona” .

“Ho sostenuto con forza – prosegue Granata – le posizioni della nuova destra repubblicana e legalitaria profondamente messe a rischio dalla vicenda siciliana… Ho ribadito che si dovevano e potevano fare scelte diverse in linea con il nostro racconto politico, quello da noi incarnato fin dalle origini… che il mio impegno sarà quello di salvaguardare su codice etico, costituzione di parte civile sulla trattativa (supponiamo tra Stato e mafia ndr), sviluppo sostenibile e tutela dell’etica repubblicana la nostra dignità… che non voglio ‘rompere’ il nostro mondo, ma che il mio impegno sarà solo sul nostro simbolo, sui nostri candidati e sul progetto strategico di sbarrare il passo al vecchio centrodestra portatore di interesse legati alla zona grigia del sistema economico e politico siciliano. La proposta del listone è una provocazione, ma nasce per far venire allo scoperto Grande Sud e Mps… sono loro a temere la soglia di sbarramento, non i nostri candidati”.

“Questa è stata la mia posizione – prosegue l’esponente di Fli – in linea con tutte le cose sempre sostenute e che sempre sosterrò… oltre all’amarezza per tante questioni, ringrazio pure gli ‘amici’ che ci speculano, sostenendo le ragioni dei nemici e godendo della presunta fine di questo progetto politico”.

“Si vedrà nei prossimi giorni: quello che è certo – conclude Granata – è che alcuni hanno perso il diritto alla parola”.

       


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