Il Ciapi tra Palermo e Priolo: sequestri e fallimenti

NON CONVINCE LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE E DEI SERVIZI FORMATIVI AFFIDATA ALL’ENTE DI PROPRIETA’ DELLA REGIONE SICILIANA. NUMERI E SPESE CHE NON CONVINCONO. SULLO SFONDO UNA POSSIBILE INCHIESTA SU SPARTACUS

Si è rivelato un fallimento senza appelli la gestione della formazione professionale e dei servizi formativi affidata dalla Regione siciliana al Ciapi. Lo scandalo senza fine che ha investito il Ciapi di Palermo ne è l’esempio che a quanto pare non è bastato. Mentre le cronache raccontato dell’ennesimo sequestro, questa volta di cento milioni di euro, effettuato dalla Guardia di finanza sulla precedente attività svolta nella sede del capoluogo regionale, a Priolo le cose non stanno meglio.

Il riferimento è certamente diretto al progetto Spartacus che ha visto impegnati circa mille e 700 ex sportellisti per sei mesi con una dotazione finanziaria assegnata dal Governo regionale del presidente Rosario Crocetta di trentasei milioni di euro. Dal progetto esecutivo si evince che il Ciapi ha ottenuto l’assegnazione di centoventimila euro per attrezzature, circa quaranta mila euro per materiale di consumo e materie prime, centosessanta mila euro per spese generali e sette milioni e 800 mila euro per spese di gestione. Un ammontare di otto milioni di euro che il Ciapi di Priolo dovrà dimostrare di avere speso per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal progetto Spartacus. Ci riuscirà?

Le risorse umane sono state calcolate per circa 28 milioni, per un totale di 36 milioni di euro che ha rappresentato il finanziamento complessivo destinato al progetto per sei mesi con l’utilizzo di circa mille e settecento lavoratori.

Si susseguono incontrollate voci che descriverebbero come dubbiosa la gestione delle risorse del progetto Spartacus. Intanto, da quanto appreso, sarebbero stata spesa una parte residua delle spese di gestione. Le attrezzature messe a disposizione del personale hanno riguardato solamente qualche decina di computer portatili. Eppure nei corridoi del Ciapi qualcuno ha registrato lamentele circa il fatto che non ci sarebbero più risorse per le spese generali e di gestione. Qualcosa non quadra.

Alle lamentele del personale, secondo quanto riferitoci dalle citate indiscrezioni, lasciato senza materiale e con attrezzature al lumicino, fa eco, invece, l’ente di formazione di proprietà della Regione siciliana che sosterrebbe di non avere più denaro a disposizione per affrontare i costi generali. Ci siamo persi qualcosa?

Inoltre, abbiamo riscontrato difetti organizzativi da parte del Ciapi in merito, per esempio, alle direttive sulle politiche attive del lavoro che non sarebbero state impartite, così come i “focus group” previsti, in itinere, per mirare l’obiettivo comune a tutti i referenti sul territorio del progetto non sarebbero stati coordinati con il risultato. E poi, parrebbe anche che i lavoratori siano stati lasciati allo sbaraglio, senza notizie sugli stipendi, fermi al gennaio scorso. Com’è possibile?

La Regione siciliana che “bidona” se stessa? Adesso anche tra uffici della stessa amministrazione regionale si gioca a ritardare le erogazioni degli acconti sul finanziamento? Ad oggi, difatti, i lavoratori attendono il pagamento delle retribuzioni dei mesi di febbraio, marzo e aprile, atteso che al 22 del mese scadrà il contratto semestrale.

In tale maniera il Ciapi starebbe disattendendo il Contratto collettivo di lavoro della categoria che prevede il pagamento delle spettanze mensilmente. E quel che è peggio, secondo quanto riferitoci, il tutto sarebbe avvenuto senza alcuna comunicazione fornita ai lavoratori.

Paradossale, poi, che l’amministrazione regionale abbia erogato al Ciapi solamente il quaranta per cento dell’intero finanziamento, nonostante il progetto fra qualche giorno volgerà al termine. Esempio di inefficienza degli uffici regionali. Se questo è il modello Crocetta sulla formazione di qualità in alternativa a quella erogata dagli enti formativi privati, siamo lontani e di molto da standard accettabili.

L’atteggiamento del Ciapi e quindi dell’amministrazione regionale appare più come un pericoloso scivolamento verso l’oscurantismo che non giova a nessuno, soprattutto al Governo regionale che sul Ciapi ha scommesso mettendoci la faccia.

Che fine hanno fatto gli otto milioni di euro previsti per le spese di gestione? Qualcuno ci ha riferito che sarebbero stati spesi in gran parte per consulenze esterne e per la realizzazione di un software per la gestione del personale. Un po’ poco per giustificare otto milioni di euro. Però, siccome sono somme da rendicontare, attendiamo la fase di controllo sulla spesa per capire come siano state investite le risorse per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo finale del progetto Spartacus. Visti i precedenti progetti finiti sotto inchiesta a Palermo, non c’è da stare sereni.

E che dire della dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale del dipartimento Formazione professionale con l’interim al Lavoro? Oggi più di ieri appare “incartata”. Ha dichiarato in varie occasioni che il progetto Spartacus avrebbe avuto un’appendice di proroga. La stessa lo ha dichiarato in commissione Cultura e Lavoro dell’Assemblea regionale siciliana, garantendo l’assenza di vuoti tra la fine del semestre e l’inizio della fase di prosecuzione. Un impegno assunto senza tenere conto che la legge non consente la proroga in continuazione, se non nel caso di passaggio a tempo indeterminato. E nel caso del Ciapi ovviamente è da escludere.

Ad ogni buon conto,chiariamo il punto anche a chi, come la dottoressa Corsello, ha pensato di non tenerne conto, pensando di offrire garanzie – posizione indifendibile – al Parlamento siciliano ai fini dell’utilizzo degli ex sportellisti sin da giorno successivo alla scadenza del semestre previsto dal progetto Spartacus.

Secondo quanto disposto, invece, dal nuovo testo del decreto legislativo n. 368 del 6 settembre 2001, a seguito delle modifiche apportate dopo l’entrata in vigore del Decreto Legge n. 34 del 2014, il contratto a tempo determinato può essere stipulato senza indicare le ragioni giustificative del termine di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo. La durata massima è di trentasei mesi, compreso le proroghe che passano da una ad un massimo di otto. L’unico limite per il contratto a termine è il venti per cento dell’organico complessivo, ma valido solo per i datori di lavoro con più di 5 dipendenti.

Resta immutata, quindi, la previsione contenuta nel terzo comma dell’articolo 5 del citato decreto legislativo n.368/2001 in tema di interruzione di almeno dieci giorni nel rinnovo di un contratto a termine di sei mesi. Riportiamo a chiarimento il testo del citato comma.

”Qualora il lavoratore venga riassunto a termine, ai sensi dell’articolo 1, entro un periodo di dieci giorni dalla data di scadenza di un contratto di durata fino a sei mesi, ovvero venti giorni dalla data di scadenza di un contratto di durata superiore ai sei mesi, il secondo contratto si considera a tempo indeterminato”.

L’impegno assunto dalla dottoressa Corsello con il Parlamento siciliano non potrà essere mantenuto, a meno che l’intento del dirigente generale non sia quello di trasformare mille e settecento rapporti di lavoro a termine in contratti a tempo indeterminato. Ancora una volta la politica siciliana e i lavoratori della Formazione professionale si ritrovano con un pugno di mosche in mano. Forse perché il vero disegno politico è quello di azzerare per sempre gli Sportelli multifunzionali, accontentando per qualche mese i lavoratori, vere vittime delle scelte del Governo Crocetta?

Se il segno è quello di smantellare gli Sportelli multifunzionali, la dottoressa Corsello c’è riuscita. Del resto, come si desume da diversi verbali della commissione Cultura e Lavoro dell’Ars, la stessa si era già espressa contrariamente alla prosecuzione dell’esperienza degli Sportelli.

E pensare che il Governo regionale del presidente Crocetta, in un primo momento, aveva annunciato la fine dell’esperienza del Ciapi ed dopo qualche mese ha fatto esattamente il contrario, potenziando con progetti e risorse la sede Ciapi di Priolo. Uno dei tanti esempi del governatore che sconfessa se stesso!

Infatti, in controtendenza, l’esecutivo regionale è andato oltre, e sconfessando anche i più scettici, ha dato nuova linfa al modello gestionale fatto a “casa propria”, che si è rivelato deleterio come dimostrato dalle inchieste giudiziarie.

Fiumi di denaro hanno riempito negli scorsi mesi le casse del piccolo centro siracusano che si è ritrovato a gestire non più qualche milione di euro ma almeno una settantina di milioni di euro. Quelli che sono stati investiti per i progetti “Spartacus” e “Prometeo”.

La Guardia di finanza non ha perso tempo ed ha già fatto visita alla sede di Priolo del Ciapi acquisendo, secondo quanto riferito da autorevoli indiscrezioni, carte, progetti e documenti legati all’attività degli scorsi mesi. L’esperienza recente forse non servirà a a nulla? Prima il progetto Co.Or.Ap con i quindici milioni sequestrati nel giugno scorso, adesso la nuova inchiesta spostata sui progetti Infoa, Carovana per l’orientamento, Formispe, Forum della Legalità, Attività per gli Enti locali, Labor e Scuola Lavoro, finanziati dall’Unione europea con 78 milioni di euro. Cosa dobbiamo aspettarci ancora?

A seguito dell’inchiesta che aveva portato in carcere diciassette persone, tra cui il manager della pubblicità Faustino Giacchetto, ci saremmo aspettati la chiusura definitiva delle sedi Ciapi di Palermo e Priolo.

Va ricordato che il Ciapi è nato con la legge regionale n. 25 del 6 marzo 1976. Tale ente strumentale della Regione, allora, è subentrato alla vecchia Cassa per il Mezzogiorno per svolge interventi in favore dei centri interaziendali per l’addestramento per l’industria.

Tutti gli amministratori del Ciapi che si sono succeduti negli anni sono stati nominati dalla Regione. Il controllo era sempre a carico della Regione e la stessa finanza era, essenzialmente, di derivazione regionale. Le inchieste hanno dimostrato che i controlli sono stati insufficienti ad evitare l’uso improprio e distolto delle risorse pubbliche.

Tra i primi impegni assunti sin dall’insediamento dal Governo regionale del presidente Rosario Crocetta, quello di fare pulizia dopo decenni di “allegra” gestione della sede palermitana del Ciapi ma ad oggi sono rimaste solo parole e spot. Tanto per cambiare…


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