Il ‘buco’ della Regione: oltre ai 550 milioni di euro del governo Renzi mancano anche i 350 milioni del mutuo contratto ad inizio dell’anno

IL DATO E’ EMERSO OGGI NEL CORSO DI UNA RIUNIONE DELLA COMMISSIONE BILANCIO E FINANZE DELL’ARS

Nei conti sempre più ‘ballerini’ della Regione siciliana non mancano soltanto i 550 milioni di euro che il Governo nazionale non ha ancora restituito alla nostra Isola, ma anche quelli relativi al mutuo da 350 milioni acceso nei primi mesi di quest’anno.

Insomma, a giudicare da quanto emerso oggi nella seduta della Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars – convocata per fare il punto della situazione sui precari Asu che, tanto per cambiare, lamentano retribuzioni arretrate – la situazione finanziaria della Regione è molto più grave di quanto noi immaginavamo.

Il Governo Renzi – lo ribadiamo sempre – quest’anno ha scippato dal Bilancio regionale 1 miliardo e 150 milioni di euro circa. Più altri 200 milioni di euro circa per la storia degli 80 euro al mese. Poi ha detto che ne avrebbe restituiti 550 in cambio della rinuncia, da parte del Governo regionale, a contenziosi pari a 5,4 miliardi di euro (alcuni già vinti dalla Regione davanti la Corte Costituzionale).

Già la rinuncia a tali contenziosi, da parte del presidente della Regione, Rosario Crocetta, è stato un atto di grande ‘ascarismo’. Atto grave, adottato dal governatore senza passare dall’Ars, nell’esclusivo interesse del Governo Renzi e non certo dei siciliani.

Non contento di aver ottenuto la rinuncia ai contenziosi, Renzi non ha ancora restituito i 550 milioni di euro che si era impegnato a versare. Davanti a un fatto del genere la questione dovrebbe essere già oggetto di discussione a Sala d’Ercole, anche perché intere categorie sociali, in Sicilia, sono senza soldi.

Invece, a quanto pare, non gliene frega niente a nessuno. Di quest’ennesima presa in giro di Renzi alla Sicilia sembrano tutti soddisfatti. Ed è anche logico: i parlamentari regionali continuano a incassare i loro 18 mila euro mensili. Che cosa volete che gliene freghi se migliaia di siciliani sono nelle mani degli strozzini?

Ma la situazione, a giudicare da quanto emerso oggi in Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars, è ancora più grave. A quanto pare, i pagamenti al mutuo da quasi un miliardo di euro contratto nei primi mesi dell’anno dalla Regione con la Cassa Depositi e Prestiti sarebbero stati effettuali solo per la parte che riguarda la sanità (circa 600 milioni di euro). Mentre resta aperta la contabilità delle somme da destinare ai Comuni.

A quanto è stato detto oggi in Commissione Finanze, questo impedirebbe l’arrivo dei fondi relativi al secondo mutuo contratto dalla Regione quest’anno, quello di circa 350 milioni di euro, sempre con la Cassa Depositi e Prestiti.

Insomma, l’impegno non mantenuto da Renzi relativo alla restituzione di 550 milioni di euro (c’è chi dice che questi soldi non entreranno più e che questa promessa era solo una presa in giro di Crocetta verso i siciliani: se sarà così questo presidente della Regione andrebbe cacciato a furor di popolo) e il mancato arrivo dei 350 milioni di euro del secondo mutuo avrebbero determinato le attuali tensioni di ‘cassa’.

Un altro particolare degno di nota è che nella riunione della Commissione Bilancio di oggi è venuto l’assessore all’Economia, Maurizio Agnello, mentre non si è fatto vedere il Ragioniere generale, Mariano ‘Mario’ Pisciotta. L’indiscrezione che abbiamo scritto ieri sera – ovvero che Pisciotta verrebbe ‘silurato’ per fare posto a qualche esponente del ‘cerchio-tragico’ – potrebbe cominciare a prendere piede.

Le cronache di stasera registrano un comunicato del capogruppo del Nuovo centrodestra all’Ars, Nino D’Asero. Scrive D’Asero: “Tavolo delle riforme, cura per le piccole e medie imprese (ossatura del sistema economico isolano), reale programmazione, piani per l’artigianato, per l’agricoltura, il turismo e la pesca… insomma, ormai anche cospicue frange della maggioranza chiedono a gran voce quanto, da sempre, noi reclamiamo per il bene futuro della nostra Sicilia, sempre più sull’orlo del collasso anche sociale”.

D’Asero ricorda “situazione angosciosa dell’intero comparto della formazione professionale”. E aggiunge che “non sembra possibile che anche le realtà probe e legalmente gestite debbano essere trattate alla stregua di quelle che non hanno ottemperato ai loro doveri”.

Il capogruppo del Nuovo centrodestra sottolinea il fatto che adesso anche i partiti vicini al governo contestano il tentativo “di recuperare fondi da Crias e Ircac, per un gioco al massacro che rassomiglia troppo a quello dei “mitici” cannoni di Mussolini”.

“Le istanze di ampi pezzi della maggioranza – si chiede e chiede D’Asero -sono avanzate per parare il colpo rappresentato dalla mozione di sfiducia a Crocetta oppure, ed è lecito pensarlo, nel caso di ulteriore inadempienza la sfiducia al governatore potrà contare anche i loro voti?”.

 


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