Il progetto oramai è chiaro: cavalcare le emergenze di palermo, soffiare sul risentimento, e usare le maestranze precarie di cui il comune è imbottito per imprigionare orlando impelagondolo in una lunga guerra di trincea.
I nemici di Orlando in azione con la Gesip
Il progetto oramai è chiaro: cavalcare le emergenze di Palermo, soffiare sul risentimento, e usare le maestranze precarie di cui il Comune è imbottito per imprigionare Orlando impelagondolo in una lunga guerra di trincea.
Il primo assaggio è stato l’incendio alla discarica. La città accerchiata dal fuoco e dal fumo tossico, le strade ostaggio di montagne di spazzatura. Ma non è finita. I rumori dei tamburi di battaglia si avvicinano e settembre rischia di divenire un mese di passione. La fine delle risorse per la Gesip e i suoi 1800 lavoratori, l’incombente possibilità di fallimento dell’Amia con i suoi 2400 dipendenti stanno creando le condizioni per una nuova grande protesta.
Su una città che ha il saldo primato di città più sporca di Europa e le ville e i giardini pubblici peggio curati del bacino mediterraneo si abbatteranno le ennesime manifestazioni. Speriamo di sbagliare ma vale la pena ricordare come sono state ridotte le strade cittadine alla notizia, falsa, che gli stipendi Amia di Marzo non sarebbero stati pagati. Alcuni giorni di astensione dalla raccolta bastarono a creare un’emergenza riassorbita solo dopo settimane. Negli anni 80 un centinaio di controllori di volo bloccò ripetutamente il traffico aereo con ripercussioni gravissime nei collegamenti europei. A Palermo poche decine di autisti che si astengono dal servizo di raccolta dei rifiuti bastano per creare il caos.
Dentro le due aziende vi sono maestranze eccellenti, ma anche irriducibili e irredimibili abituati a trascurare i propri compiti. L’offensiva di persuasione lanciata dalla nuova amministrazione non ha trovato molta disponibilità. Il tempo corre, lavora contro il cambiamento e l’opera di sabotaggio è in piena attività. Mentre alcuni organi d’informazione, con qualche compiacenza, lasciano intravedere le piazze in tumulto e i dipendenti Gesip in asetto di combattimento, vi sono altre strade da percorrere.
Parafrasando Kennedy i dipendenti Gesip, ma anche quelli dell’Amia, dovrebbero dire: “Non chiediamoci cosa può fare la nostra città per noi, chiediamoci cosa possiamo fare noi per Palermo“. Invece di progettare guerriglie, programmino il frenetico attivismo, mettano a frutto le loro competenze e mostrino ai cittadini tutti che senza di loro molti servizi cadrebbero. Lo scipoero del fare invece di quello del non fare. In questo modo non sarà più Orlando a difendere la loro causa, ma l’intera cittadinanza. E il Ministro Cancellieri si asterrà dalle facili battute.
I dipendenti Gesip presentino il conto ai responsabili: Pdl e Udc
Orlando: il caso Gesip in Cdm