L’assessore al Bilancio smonta le polemiche scaturite dal "riaccertamento straordinario" dei residui attivi e passivi, che costringerà Palazzo delle Aquile a "mettere da parte" 396 milioni di euro: «Si tratta di una norma nazionale che ha colpito tutti i Comuni dell’Isola». E rassicura: «Al vaglio le misure da adottare, entro una decina di giorni presenteremo il previsionale». Ma dalle opposizioni si teme una ricaduta sui servizi
I conti, le nuove regole e la stangata trentennale Abbonato: «La situazione non è per niente preoccupante»
Luciano Abbonato getta acqua sul fuoco sulla questione del riaccertamento straordinario che costringerà il Comune di Palermo a “mettere da parte” 396 milioni di euro da spalmare sui bilanci dei prossimi trent’anni. Una cifra che fa tremare i polsi anche solo a sentirla nominare, frutto dell’applicazione della nuova normativa nazionale sui conti delle pubbliche amministrazioni locali, che prevede l’inserimento in bilancio di previsione delle sole somme di cui si ha veramente certezza, a discapito di quelle previste, ma che sembra non impensierire più di tanto l’assessore al Bilancio.
«La situazione, scaturita dalle nuove norme sulla contabilità degli enti locali, non è per niente preoccupante – dice Abbonato a MeridioNews – e non riguarda solo Palermo, ma tutti i Comuni siciliani, costretti a creare nei bilanci futuri dei fondi di riserva per far fronte alle eventuali inesigibilità di alcuni crediti e per coprire i contenziosi particolarmente pesanti, che escono fuori dalla copertura finanziaria».
«Si tratta – prosegue l’assessore – di un insieme di norme entrate in vigore, in Sicilia, a partire da quest’anno, nonostante la Regione avesse derogato i termini per l’adeguamento, rinviando l’effetto delle nuove misure al 2016, salvo poi fare marcia indietro a luglio. Una decisione, questa, che ha causato un rallentamento nella redazione del bilancio, tanto da spingere il ministro dell’Interno a posticipare i termini per la presentazione del documento. Nello specifico, a Palermo, ci siamo trovati a dover accantonare tredici milioni di euro all’anno e quindi a dover razionalizzare al massimo la spesa, cercando di aumentare quanto più possibile le entrate per non gravare eccessivamente sulla spesa».
Quello dell’armonizzazione dei conti, così come è definita dalla legge 118 del 2011, è un tema ricorrente in molti, se non in tutti, i Comuni dell’Isola. Agrigento, ad esempio, dovrebbe accantonare una cifra complessiva vicina ai 40 milioni, ma nel capoluogo di Regione non sono mancate le polemiche. Il capogruppo Idv a Palazzo delle Aquile, Filippo Occhipinti, ha parlato di «tema prevedibile già a inizio anno, indipendentemente dalla Regione, che graverà sui servizi» e di «scelta politica» da parte della giunta Orlando, contestando anche la somma indicata per il fondo per il rischio di contenzioso, 14 milioni di euro, ritenuta «troppo approssimativa».
Quali saranno gli interventi su spese e entrate e cosa comporteranno per i cittadini è comunque ancora tutto da definire. «Le misure sono ancora al vaglio – conclude Abbonato – ma entro una decina di giorni, quando il bilancio approderà in giunta, sarà tutto pronto».